Omelia (05-03-2006)
don Luciano Sanvito
Due piatti della bilancia

Da un lato, la tentazione e il deserto: il piatto della crisi, dello svuotamento del sè: per noi e per la nostra purificazione; ci garantisce il cammino dell'autenticità nell'intraprendere la Quaresima, e non ci fa essere degli illusi nel partire alla cieca e verso le altitudini delle nostre astrazioni, ma ci richiama con i piedi per terra, sulla terra dell'umiltà, della sabbia desertica senza frutto, dove lo Spirito stesso spinge e fa urgenza ai suoi amici, per poterli purificare, affinare e crogiuolare, per ottenerle il meglio: l'oro per sè e per gli altri: il valore della vita.

Dall'altro, la missione, controbilanciata da questo piatto, ne risulta garantita, ritemprata, rinverdita e rinvigorita, esprimendo la chiarezza e la potenza dell'annuncio attraverso non un messaggio complicato e fuori dal mondo, ma concreto, nel qui e ora, nella situazione del momento, che possiamo definire come il momento della grazia: c'è il Regno di Dio.

L'equilibrio dato da questo bilanciamento porta al peso della persona per quella che essa è, per quella naturalità di essa che ne sgorga: la persona, cioè io, pesato e bilanciato dalla Parola del Vangelo, mi sento nell'atteggiamento più consono a me: la conversione.

Ogni fronzolo e ogni aggiunta cadono; ogni parola fuori da questa naturale e essenziale, si svuotano; ogni discorso passa sopra, e non più dentro di me: soltanto la Parola del Vangelo è la più necessaria, naturale ed essenziale per farmi crescere in questo cammino quaresimale. Ogni altra parola è cenere, e viene incenerita dal Vangelo, se non è orientata ad esso.

Il cammino della Quaresima, con il vento dello Spirito che soffia dal deserto, farà emergere, piano, ma efficacemente, il passaggio verso la salvezza: qui e ora siamo chiamati a vedere operante e vivo il Regno di Dio.