Omelia (16-02-2025)
padre Paul Devreux


In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Questa introduzione molto solenne sta a dirci che il discorso che farà Gesù è per tutti ed è importante.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: "Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Anzi tutto notiamo che Gesù non dice che il povero è beato, anche perché sarebbe in contraddizione con tutto il suo operato. Lui vuole aiutarci a combattere tutti i tipi di povertà; materiale, spirituale e intellettuale, e cosi fa anche la chiesa da sempre. Gesù dice: "Beati voi", dove con voi intende i suoi discepoli, quelli che hanno deciso di seguirlo e di dargli retta. "Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio". Perché il regno di Dio è composto dalle persone che hanno deciso di seguire Gesù, accogliendo tutti e combattendo ogni forma di povertà e sofferenza. La prima condizione per farlo è rinunciare alle ricchezze che ci impediscono di aprire le porte al povero. I beni sono importanti anche per fare del bene. Il problema nasce quando diventano un ostacolo al fare il bene, e ancora di più quando per ottenerli devo sfruttare il povero anzi che aiutarlo. Il regno di Dio è una società ideale, dove tutti sanno di avere bisogno dell'altro e quindi tutti sono rispettati e trattati con pari dignità. Beato chi ci crede e s'impegna a realizzarlo.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. È chiaro che chi sogna il regno di Dio, ne ha fame.
Beati voi, che ora piangete, Piangeremo perché vediamo quanto è difficile da realizzare, quante ingiustizie ci sono, quanti ostacoli ci sono alla realizzazione di una società giusta. È il pianto di chi soffre con chi soffre e per quello che vede, come Gesù davanti a Gerusalemme, e noi, davanti ai capi di stato, le nazioni e le persone, che hanno progetti opposti al vangelo.
perché riderete. Rideremo! Signore dacci sempre questa speranza.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Beati perché è il segno che siamo sulla strada giusta. Quando il mondo ti apprezza, è segno che segui più loro che Cristo Gesù.
Ma guai a voi, ricchi, Questo "guai", non è una minaccia né tanto meno una maledizione che Dio mi manda. È l'ammonimento che mi manda chi mi vuole bene, perché capisce che sto impostando male la mia vita.
perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Se ho già ricevuto la mia consolazione, cosa mi resta? Qual è il mio futuro? Cosa da senso alla mia vita oggi?
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. In fatti, se sono già sazio, se non ho più fame di nulla, che senso ha la mia vita? Cado nel vuoto e spunta la fame, ma non so di cosa!
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. È bello ridere, fa bene anche alla salute. Può diventare pianto e dolore, se la mia casa è costruita sulla sabbia. Meglio costruire sulla roccia che è Gesù, ascoltandolo e seguendolo.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». Ringraziamo Gesù per questo vangelo, che è una sintesi di tutto il vangelo, una proposta di vita valida per tutti i popoli e religioni. Conoscere lui e seguirlo è un grosso aiuto per riuscirci, ma la sua proposta è universale.
Buona domenica