Omelia (22-02-2025)
Missionari della Via


Oggi celebriamo la festa della Cattedra di San Pietro e il Vangelo ci offre un momento decisivo nel rapporto tra Gesù, Pietro e la comunità: si tratta della professione di fede di Pietro e del ruolo che Gesù gli conferisce. Soffermiamoci su due punti.

Primo: la risposta di Pietro. Pietro, stimolato dalla domanda di Gesù («voi chi dite che io sia»), professa la sua fede: «tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Come a dire: tu sei colui che stiamo aspettando, tu sei colui che tutti aspettano, il solo capace di portare a pienezza la vita! Da notare che la risposta di Pietro non è frutto «della carne e del sangue», cioè del suo sapere o dello studio ma è frutto dell'ispirazione di Dio. Questo ci ricorda che noi possiamo dare risposte umane a chi chiede conto della nostra fede, possiamo rispondere in base al nostro sapere ma le risposte decisive vengono dall'alto. Le intuizioni più felici sono quelle che sgorgano da Dio. Dire con convinzione che per me Gesù è il Signore, che Lui mi ha cambiato la vita, non è frutto di uno studio ma è qualcosa che mi supera: è opera dello Spirito Santo! Riuscire a parlare al cuore di qualcuno nel nome del Signore e recargli beneficio è opera dello Spirito Santo! Ricordarci che la fede non è una semplice educazione ma relazione viva con il Signore aiuta tutti a mettersi in una corretta postura di umiltà davanti a Dio. Tutto ciò ci invita a "drizzare le antenne dell'anima" desiderosi di cogliere le ispirazioni al bene, i suoi suggerimenti, gli impulsi della grazia. Dio opera, agisce, "suggerisce" le giuste risposte da dare alla vita. A noi volerle sentire, a noi saperle cogliere!

Secondo: Gesù rivela a Pietro la sua identità e il suo ruolo. Con semplicità potremmo dire che Gesù rivela Pietro a se stesso! Se da una parte lo Spirito Santo ha aiutato Pietro a capire chi è Gesù, dall'altro lato è Gesù che aiuta Pietro a capire chi è. Come a dire: più entriamo in relazione con Cristo più cresciamo nell'intimità con Lui più conosciamo Lui e noi stessi. In Dio troviamo la risposta a quella domanda presente in ciascuno di noi: "io chi sono?". È soltanto in Cristo che possiamo capire chi siamo, ciò per cui siamo nati e per cui vale la pena vivere.

«Avvicinandosi la festa della santissima Croce del mese di settembre, una notte frate Leone andò al luogo e all'ora fissata per dire il mattutino con santo Francesco. E dicendo da un lato del ponte, com' egli era solito, "Signore apri le mie labbra", e santo Francesco non rispondendo, frate Leone non tornò addietro, come santo Francesco gli aveva comandato, ma con buona e santa intenzione passò il ponte ed entrò silenziosamente nella sua cella, e non trovandolo, si pensò che Francesco fosse per la foresta in qualche luogo in orazione. Perciò egli esce fuori e al lume della luna va cercando pianamente per la selva: e finalmente egli udì la voce di santo Francesco e, appressandosi, lo vide stare ginocchio in orazione con la faccia e con le mani levate al cielo, e in fervore di spirito sì diceva: «Chi sei tu, o dolcissimo Iddio mio? Che sono io, vilissimo verme e disutile servo tuo?»