Omelia (23-02-2025)
Missionari della Via


Il Vangelo di oggi non avrebbe bisogno di grandi commenti. Servirebbe solo leggerlo, meditarlo, interiorizzarlo, pregando il Signore perché ci aiuti a viverlo, cioè a vivere del suo amore e secondo il suo amore!

Se infatti riducessimo questo Vangelo a delle parole da leggere e poi praticare senza un cuore redento, senza un cuore aperto alla grazia, falliremmo. Le ridurremmo a sterile moralismo, a delle cose "da dover vivere" senza riuscire a viverle. Qui siamo al culmine del Vangelo, alla vetta della santità: amare tutti, persino il nemico. Essere persone benedicenti verso la realtà e verso ogni persona, anche nei confronti di coloro che ci maledicono; non rispondere al male con il male ma con il bene, senza piegarsi alle bassezze ricevute. Essere persone disponibili, non egoiste, capaci di dare e di prestare gratuitamente. E ancora: non essere persone giudicanti quanto piuttosto comprensive e giustificanti, misericordiose, capaci di mettere sempre una buona parola.

Tutto ciò, per quanto difficile possa essere, ci attrae, lo sentiamo vero. In fondo lo desideriamo. Non siamo fatti per la banalità, per la bassezza del male; veniamo da Dio, siamo simili a Lui, siamo nati per amore e per amare. Ecco allora tre passi perché queste parole possano diventare vita. Il punto da cui partire è il desiderio. Desiderare questa vita, desiderare di crescere nell'amore, desiderare di diventare persone sante, capaci di quest'amore! Se i nostri desideri sono rivolti alle cose materiali o al raggiungimento di certi obiettivi, stiamo desiderando troppo poco. Dobbiamo desiderare il cielo, di vivere secondo il cielo, di diventare persone grandi nell'amore!

E al desiderio segue la preghiera: chiedere al Signore che ci doni il suo amore, il suo Santo Spirito. E lasciare che queste parole si incidano nel cuore, rileggendole, meditandole, perché possano diventare sorgente nuova del nostro agire.

Infine, il terzo passo lo potremmo chiamare "il santo esercizio". Non si cresce in un colpo solo ma un passo dopo l'altro, con l'esercizio. Se si vuol crescere nell'amore c'è da esercitarsi. Forse fino a ieri alla prima parola negativa reagivo di pancia. Oggi proverò a tacere. Domani (si fa per dire...) forse riuscirò non solo a tacere ma a cercare di far riflettere la persona, tenendo il dialogo sul piano dei fatti e non delle offese. Forse fino a ieri ne avevo una per tutti, sentenziando senza ritegno la qualunque. Oggi proverò a chiedermi: "chissà perché quella persona fa così". Forse domani (si fa sempre per dire...) riuscirò a chiederlo all'interessato, mosso da compassione nei suoi confronti. Forse ieri se qualcuno mancava una virgola nei miei confronti con me aveva chiuso. Oggi proverò, dopo aver "sbollentato" a tenere la porta del dialogo aperta. Magari domani (ormai abbiamo capito...) riuscirò a passarci sopra tranquillamente e a continuare a fare del bene a quella persona.

Insomma, gli esempi si potrebbero moltiplicare. Alla fin fine ciò che conta è amare.