Omelia (15-03-2025) |
Missionari della Via |
«Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano». Le parole che Gesù ci rivolge oggi sono da vertigini: è lo straordinario di Dio che ci chiama a fare cose straordinarie. Che bello questo! Dio si fida a tal punto di noi, da ritenerci capaci di fare cose straordinarie! Ma queste parole ci turbano, ci mettono in crisi, perché noi sappiamo quanto sia difficile viverle! Davanti a una cattiveria, a un'ingiustizia, a un tradimento subito non è certo facile amare quella persona e pregare per lei! Noi che abbiamo subito un tradimento, una cattiveria gratuita, un'ingiustizia, cosa proviamo in questo momento nel nostro cuore? Desideriamo guarire dal rancore e dall'odio che magari albergano nel nostro cuore? Abbiamo chiesto questa grazia al Signore? Abbiamo aperto il nostro cuore? Certo, amare chi ci ha fatto del male non è qualcosa di immediato, non una guarigione improvvisa ma un processo graduale, un'apertura di cuore perché possa essere inondato dall'amore di Dio; solo Lui, che vive in noi, può renderci capaci di fare ciò! Oggi vogliamo chiedere al Signore la guarigione del cuore, lasciando risuonare in noi le sue parole: «Ti darò un cuore nuovo, metterò dentro di te uno spirito nuovo, toglierò da te il cuore di pietra e ti darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di te e ti farò vivere secondo i miei statuti e ti farò osservare e mettere in pratica le mie leggi» (cf Ez, 36,26-27). Sì, oggi vogliamo chiedere al Signore la grazia di mettere in pratica la sua legge, la legge dell'amore! Dalle Fonti Francescane. Lo stesso [fra Leonardo] riferì che Un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria [degli Angeli], chiamò frate Leone e gli disse: "Frate Leone, scrivi". Questi rispose: "Eccomi, sono pronto". "Scrivi disse quale è la vera letizia". "Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell'Ordine, scrivi: non è vera letizia. Così pure che sono entrati nell'Ordine tutti i prelati d'Oltralpe, arcivescovi e vescovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re d'Inghilterra; scrivi: non è vera letizia. E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia". "Ma quale è la vera letizia?". "Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all'estremità della tonaca, si formano dei ghiaccioli d'acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: "Chi è?". Io rispondo: "Frate Francesco". E quegli dice: "Vattene, non è ora decente questa, di andare in giro, non entrerai". E poiché io insisto ancora, I ‘altro risponde: "Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te". E io sempre resto davanti alla porta e dico: "Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte". E quegli risponde: "Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là". Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell'anima" (FF 258). |