Omelia (20-06-2003)
padre Lino Pedron
Commento su Matteo 6,19-23

In questo brano Gesù ci dà due comandamenti: "Non accumulatevi tesori sulla terra...Accumulatevi invece tesori nel cielo". L'accumulare tesori, il diventare ricco è l'aspirazione di ogni uomo. Nella ricchezza egli cerca di manifestare la sua potenza, la sua superiorità, la sua vanagloria, la sua superbia, ma soprattutto in essa cerca la sicurezza contro tutti i pericoli, compresa la morte, e la possibilità di avere tutte le soddisfazioni che il benessere economico può dare. La ricerca egoistica dei beni materiali sottrae tempo ed energie all'acquisizione dei beni del cielo e rende l'uomo schiavo delle cose che possiede e desidera.

Ognuno deve avere qualcosa o qualcuno a cui dedicare le sue attenzioni e le sue forze. Il problema è la scelta di questo tesoro a cui attaccare il cuore. L'uomo diventa ciò che ama. Se ama le cose diventa come le cose, se ama Dio diventa come Dio.

L'uso delle cose è buono fino a quando non diventa ostacolo per seguire Cristo e amare i fratelli. Il cristiano non può essere schiavo di nulla e di nessuno perché "Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi" (Gal 5,1). Il cristiano dona l'avere per ottenere l'essere: essere come il Padre.

Il detto evangelico della lucerna del corpo ci presenta la necessità della chiarezza nell'orientamento della vita. La vera luce è Gesù (Mt 4,16; Gv 1,9; 8,12; ecc.). L'occhio buono è quello che accoglie la luce della rivelazione di Gesù; l'occhio cattivo, quello che la rifiuta. L'occhio che lascia entrare questa luce immerge tutta la persona nella luce, l'occhio che non lascia entrare questa luce immerge tutta la persona nelle tenebre.

L'occhio viene presentato come il simbolo del cuore, della mente. Il cuore dell'uomo dev'essere orientato a Dio e vivere nella ricerca dei tesori del cielo, allora tutto l'uomo è nella luce. Se invece si perde nella ricerca dei beni materiali diventa cieco e tutta la sua persona è immersa nelle tenebre.

Nella Bibbia l'occhio esprime l'orientamento spirituale della persona. L'occhio buono esprime la giusta relazione con Dio, dal quale l'uomo viene totalmente illuminato (Sal 4,7; 36,10). L'occhio cattivo esprime l'opposizione dello spirito dell'uomo nei confronti di Dio.

Nel vangelo di Matteo l'occhio cattivo è simbolo dell'invidia, dell'avarizia, dell'egoismo (20,15). L'occhio che non accoglie la luce della rivelazione di Gesù diventa ottenebrato. La tenebra totale e definitiva è la perdizione eterna.