Omelia (19-02-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 8,22-25

Come vivere questa Parola?

L'evangelista Marco inserisce il racconto della guarigione del cieco di Betsaida ad un punto cruciale del Vangelo: al termine di una serie di segni non compresi rappresenta quasi una parabola molto suggestiva dell'intera situazione. Condotto da Gesù e preso per mano, il cieco recupera la vista, ma per stadi: dopo la prima azione di Gesù ha una visione confusa, e solo quando Gesù interviene per la seconda volta «ci vide chiaramente». Ed è Gesù la prima persona che il cieco guarito vede e può ora riconoscerlo come salvatore.

Il racconto è una similitudine sia del cammino dei discepoli a seguito di Gesù che di noi lettori - distanti nel tempo e senza poter "vedere". Fino a questo punto i discepoli, i primi destinatari dei segni, miracoli e insegnamenti di Gesù, poco sono riusciti a capire di lui. Da ora in poi - nella seconda metà del Vangelo - si descriverà ciò che Gesù deve fare per mettere i discepoli in condizione di "vedere chiaramente": soffrire, essere messo alla morte e resuscitare. È proprio il cieco di Betsaida guarito che aiuterà ad accettare questo mistero, a "vedere chiaramente" e anche a confessare - a voce alta - chi è Gesù per noi / per me.


Prendimi per mano, Signore, e guidami sul tuo cammino.

Poni la tua mano sui miei occhi, illumina la mia mente.


La voce di un filosofo

"La lontananza che rimpicciolisce gli oggetti per l'occhio, li ingrandisce per il pensiero".

Arthur Schopenhauer


Suor Mimica Oblak FMA - mimica.ax@yahoo.com