Omelia (23-02-2025)
padre Antonio Rungi
Le regole di comportamento etico dettate da Gesù per coloro che vogliono seguirlo davvero

Il vangelo di questa settima domenica del tempo ordinario è uno dei più difficili da vivere ed attuare. Nel brano di San Luca c'è tutta la prospettiva cristiana di vivere secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo, Una serie di regole, comportamenti, comandamenti, in altri termini un'indicazione di marcia per camminare secondo il cuore di Cristo e in pace con la propria coscienza. Vediamoli in dettaglio questi comandamenti o regole di vita.
Prima cosa da fare è di amare i nostri nemici. Chi più ha assaporato l'odio e l'inimicizia degli uomini è stato proprio Gesù. Eppure ci chiede di amare, ovvero di perdonare e non alimentare l'odio nella nostra vita. Tutti abbiamo avuto o abbiamo nemici costanti o occasionali anche per una semplice opinione diversa che possiamo avere nei confronti degli altri. Potrebbe essere un motivo per allontanarci, isolarci o rigettare qualcuno. Non deve essere così, Dobbiamo sapere amare nel cuore di Cristo tutti coloro che non ci amano.
Seconda regola è quella di fare del bene a quelli che ci odiano. Noi siamo portati a fare del bene a coloro che ci vogliono bene e ci rispettano e a scartare tutti coloro che non dimostrano affetto e interesse nei nostri riguardi o addirittura ci odiano. Gesù ci raccomanda di fare il bene e non ricambiare il male con il male. Fare il bene sempre.
Terza regola è quella di benedire coloro che ci maledicono. Anche questa norma dovrebbe essere di regola nel nostro agire quotidiano. Non dobbiamo maledire nessuno, anche perché la maledizione ricade su chi la pronuncia. Invece la benedizione ha uno stupendo effetto sulla vita spirituale ed umana di ciascuno di noi, In fondo benedire significa dire bene e difendere le persone vicine o lontane da noi.
Quarta regola è quella di pregare per coloro che ci trattano male. Quante volte abbiamo fatto questa esperienza nella nostra vita di relazione con altre persone di casa, al lavoro, persone occasionali o interessate? Questo bagaglio di offese ricevute non deve essere un fuoco sotto la cenere che può esplodere da un momento all'altro. Al contrario mettiamo a tacere ogni risentimento o sentimento di vendetta e di punizione verso chi ci ha offeso o deluso. Ci ricorda Gesù che a chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica.
Quinta regola è dare ciò che abbiamo o possiamo dare a chiunque ci chiede qualcosa, e a chi si prende del nostro non chiederlo indietro. Se ha una retta coscienza quella poi restituisce il dovuto a chi l'ha soccorso nel momento del bisogno, se è in grado di poterlo fare. Un povero non potrà mai restituire ciò che riceve come beneficenza.
Sesta regola non dobbiamo fare agli altri ciò che non vogliamo che gli altri facciano a noi. Usare lo stesso metro di giudizio e valutazione nei confronti di tutti senza fare preferenze. Infatti come desideriamo che gli uomini fanno a noi un'attenzione, una buona azione, così anche noi dobbiamo fare a loro.
In concreto Gesù ci dice come agire nel campo degli affetti e del rispetto reciproco. Se amiamo quelli che ci amano, quale gratitudine ricaviamo da questo amore o affetto spontaneo e naturale? Nessuna, in quanto anche le persone normali amano quelle che le amano. E se facciamo del bene a coloro che ci fanno del bene, attuando l'antico motto "do ut des" (ti do per ricevere in cambio) quale gratitudine ci è dovuta? Nessuna, perché tutte le persone normali si comportano in questo modo. Il seguace di Cristo è una persona eccezionale, va oltre il normale e la prassi quotidiana. Infatti aggiunge Gesù che se prestiamo qualsiasi cosa a coloro da cui speriamo ricevere ugualmente o di più, quale gratitudine ci è dovuta? Nessuna, in quanto le persone che hanno soldi e disponibilità economiche e che sono nelle finanze concedono prestiti a chi li chiede con interessi elevati come si sa, fino a fare un vero e proprio strozzinaggio.
Ritorna quindi Gesù nel raccomandare di amare i nostri nemici, di fate del bene a tutti e prestare senza sperarne nulla. Perché tutto questo comportamento? Perché c'è una ricompensa eterna e non terrena e tale ricompensa sarà grande. In questo modo davvero entriamo a far parte della famiglia dell'Altissimo, come suoi degni figli, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Settima raccomandazione che non poteva mancare nel testo di San Luca è quella di essere misericordiosi, in quanto il Padre celeste lo è nella sua natura ed essenza, per cui i suoi figli devono seguire gli insegnamenti e le indicazioni di questo Padre dalle braccia accoglienti e aperte al perdono vero.
Ottava raccomandazione che è quella più difficile attuare oggi, rispetto a ieri ed è quella di non giudicare per evitare un giudizio più severo di chi ha il diritto e dovere di giudicare davvero e su fatti certi, che è Dio onnisciente.
Infine in questo brano del Vangelo di Luca troviamo altre importanti raccomandazioni di Gesù e che riguardano la sfera del giudizio, molte volte espresso da chi dovrebbe tacere ed esaminare se stesso più che giudicare gli altri. Gesù ci chiede di non condannare e per non essere condannati, di perdonare per essere perdonati, di dare per ricevere davvero tanto, seconda una misura buona, pigiata, colma e traboccante. Infatti ci sarà versata nel grembo, quella misura con la quale abbiamo misurato gli altri. Se lo abbiamo fatto con severità, dobbiamo attenderci da Dio lo stesso giudizio. Se l'abbiamo fatto con dolcezza e misericordia anche Dio ci tratterà allo stesso modo. In conclusione dobbiamo operare avendo questo schema e sintesi di azioni da fare o da evitare. Se agiamo bene, non ci attende altro che la felicità nel tempo e nell'eternità; ma se agiamo male, il risultato finale sarà un disastro per chi agisce contro la legge di Dio e del rispetto di ogni essere umano e vivente.