Omelia (28-03-2025) |
Missionari della Via |
La risposta di Gesù allo scriba che gli domanda quale è il primo dei comandanti ci mette in crisi. Innanzitutto Gesù cita due comandamenti facendone uno solo: amare Dio e il prossimo. «Non c'è altro comandamento più grande di questi». Non ci sono olocausti e sacrifici che ci danno salvezza se non sappiamo amare. Perché? Perché tutto comincia dall'amore. «Perché credete di esistere in questo mondo? Perché credete di essere nati? Per caso? No. Tutti noi, tutte le persone che esistono e che vivono sono nate da un atto di amore, un atto di amore dei nostri genitori, e prima ancora da un atto d'amore di Dio. Siamo tutti figli dell'amore. L'amore crea, l'indifferenza non crea nulla, l'indifferenza è sterile. L'odio distrugge, distrugge tutto, distrugge fuori, distrugge dentro. L'amore, invece, edifica, l'amore costruisce, dove c'è l'amore, c'è la vita, la vita fiorisce, la vita rifiorisce. Tutto comincia e tutto ricomincia con l'amore. Ecco perché è il primo, perché è la fonte di tutto, tutto viene da lì» (Enzo Bianchi). Ma vi è ancora un'altra parola che ci mette in crisi ed è quel tutto. «Amerai il Signore con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza». Noi sappiamo che non amiamo Dio con tutto noi stessi. Il nostro cuore è diviso in tanti spicchi. Vi sono tante cose nel nostro cuore, amiamo cose e persone prima e più del Signore. Se guardiamo il nostro cuore con sincerità, non possiamo non ammettere che Dio non è il nostro tutto, e che il nostro tutto non è rivolto a Lui. Oggi vogliamo chiedere al Signore, con tutto noi stessi, la purificazione del cuore, che ci aiuti a scacciare dal nostro cuore tutte quelle cose superflue che impediscono a Lui di dimorare in noi, e che ci impediscono di amare come Lui ha amato. «In noi si dovrà trovare tutto, il bicchiere d'acqua, il cibo per chi ha fame, tutto il vero cibo per tutti i veri affamati, tutti i veri cibi e tutti i veri mezzi per distribuirli, l'alloggio per i senza tetto, il "pellegrinaggio" alle carceri e agli ospedali, la compassione per le lacrime, quelle che si devono versare insieme e quelle di cui occorrerebbe eliminare le cause, l'amicizia per ogni peccatore e per coloro che sono malvisti, la capacità di mettersi al livello di tutte le piccolezze, di lasciarsi attrarre da tutto ciò che non conta: e tutto avrà il suo orientamento, la sua pienezza nella parola "fraterno"» (Madeleine Delbrêl). |