Omelia (09-03-2025)
padre Antonio Rungi
Le tentazioni superate da Gesù con la preghiera e il digiuno

Con il mercoledì delle Ceneri è iniziato il lungo cammino di quaranta giorni di preparazione alla Pasqua di questo 2025, che è anche anno giubilare, dedicato da Papa Francesco alla speranza. Il testo del Vangelo di Luca che fa parte della liturgia della parola di Dio di questa prima tappa verso la Pasqua ci porta a meditare sulle tentazioni che ha superato Gesù nel deserto, nonostante il lungo periodo di digiuno e di preghiera. Gesù, il Figlio di Dio scelse di fare questa esperienza in preparazione alla sua attività pubblica. Ciò ci insegna che con la preghiera e la penitenza si affrontano e si superano le difficoltà della vita e le tentazioni di ogni genere. Tentazioni che si incontrano nel cammino dell'esistenza terrena. Il testo del Vangelo è una sintesi di quaranta giorni di isolamento voluto e scelto da Gesù prima di affrontare le sfide che lo attendevano in vista della sua Pasqua di Morte e Risurrezione.
Il deserto è un campo di prova per saggiare nella sua natura umana, senza peccato, come si possono e si debbono affrontare le varie tentazioni che possono colpire ogni uomo. I vari passaggi del racconto di questo ritiro spirituale prolungato, di veri e propri esercizi spirituali fatti da Gesù sono significativi ed emblematici. Gesù inizia questo itinerario quaresimale pieno di Spirito Santo, allontanandosi dal Giordano. Cerca e trova un luogo solitario nel cosiddetto deserto della Giudea, che si trova tra l'attuale stato d'Israele e la Cisgiordania, in particolare tra la zona orientale di Gerusalemme e il Mar Morto. È compreso tra la porzione nord orientale del deserto del Negev e quella orientale di Betel, ove è delimitato da terrazzamenti geologici a scarpate. Il deserto termina con una scarpata nella valle del fiume Giordano presso il Mar Morto. In un luogo isolato, ci narra l'evangelista, Gesù non mangiò nulla, ma quando furono terminati i giorni del deserto, ebbe fame. In una condizione di bisogno alimentare scatta la prima tentazione da parte del diavolo nei confronti di Gesù provocandolo con queste parole: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane».
Gesù poteva benissimo farlo il miracolo, ma in quel caso sarebbe stato assoggettato ad un desiderio del male assoluto che è il demonio. Questi lo vuole mettere alla prova e per far scattare in lui il reale potere che Cristo ha su ogni cosa. Ma Gesù non scende a tale compromesso e risponde al diabolico interlocutore, ciò che sta scritto nei testi sacri e soprattutto nella vita di ogni essere umano che "non di solo pane vive l'uomo", in quanto ci sono altre cose importanti ed essenziali alla vita di ogni essere umano, fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Non riempiendo lo stomaco che l'uomo diventa se stesso.
Ludwig Feuerbach, filosofo tedesco, nel 1862 pubblicò uno scritto dal titolo Il mistero del sacrificio ovvero l'uomo è ciò che mangia, affermando che noi ci autodeterminiamo in base a ciò di cui ci alimentiamo e non esclusivamente a livello di cibo. Se mi alimento di preghiera, divento un uomo di preghiera. Gesù con questa affermazione vuole far capire a noi esseri mortali che il cibo pure essendo essenziale alla vita umana non è l'unica cosa che dobbiamo cercare. Supera la prima tentazione cercando di far elevare la mente del Diavolo verso ciò che non gli appartiene più, in quanto il male non produce il bene.
La seconda tentazione che Gesù affronta riguarda il potere sulle cose e sugli altri. Infatti, leggiamo nel brano di Luca che il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Il diavolo che si considera padrone del mondo, quando in realtà è solo Dio ad esserlo, ma con la disponibilità in negativo e la tendenza verso il male da parte di buona parte dell'umanità, egli si sente padrone e di fatto è padrone davvero nel mondo, ma non del mondo, perché provoca odio, divisione, guerre e mali di ogni genere. Gesù risponde a questo assurdo ragionamento del demonio con la realtà di sempre sintetizzato nell'espressione: «Sta scritto: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"». E' primo grande comandamento ricevuto da Mosè sul Monte Sinai, nel pellegrinaggio del popolo eletto verso la Terra promessa, una volta liberato dalla schiavitù egiziana.
Le tentazioni non finiscono qui. C'è un terzo tentativo da parte di Satana di provocare Gesù, dopo tanti giorni di deserto. Infatti, leggiamo nel Vangelo di oggi che il diavolo lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano"; e anche: "Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"».
La terza tentazione sa di spettacolare. Gesù che si butta dal pinnacolo del tempo ad un'altezza di circa 140 metri per arrivare giù vivo e sano, protetto dagli angeli, poteva essere una scena di un film dei nostri giorni magari con gli accorgimenti tecnici e dell'intelligenza artificiale per far finta che nulla sarebbe successo. Cadere da quell'altezza significava morire di certo. A questa ultima tentazione Gesù risponde con un comandamento ben noto in Israele: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"». Evidentemente l'ignoranza o meglio la scaltrezza del diavolo arriva a punto tale da azzerare tutta la storia della salvezza fino allora costruita da Dio, mediante la scelta di un popolo ben preciso. Una storia che sarà portata al termine con la morte e la risurrezione di quel Gesù, tentato dal Diavolo, ma vincitore in quella circostanza e per l'eternità.
Conclusione di questo tentativo di destabilizzare il Cristo è che il diavolo dopo aver esaurito ogni tentazione lo lasciò in pace e come sempre il male si ripromette di ritornerà da lui fino al momento fissato. Chiaro riferimento alla passione e morte in croce del Signore.