Omelia (09-03-2025)
Omelie.org (bambini)


Cari bambini e bambine, ragazzi e ragazze. ben trovati a tutti.
Oggi raccontiamo cosa ci dice la Prima Domenica di Quaresima. Innanzitutto dobbiamo capire cosa significa questo termine: siamo abituati a pensare a questo periodo con tristezza. In realtà non è così, ma al contrario è un tempo di Grazia. Usando un antico termine greco, questo tempo si chiama Kairos, cioè un periodo propizio da utilizzare bene. È come il periodo della semina per i contadini: se seminano bene e nel giusto momento, quasi sicuramente il seme porterà a frutto. In questo tempo seminare e portare frutto per noi significa avere una relazione speciale con Cristo e riscoprire un'umanità che profuma del suo profumo, cioè della sua risurrezione. Cristo è colui che ci ha fatti diventare figli di Dio: senza di lui non ci sarebbe mai stato il battesimo, quindi è grazie a Lui che noi scopriamo di essere persone veramente libere e veramente di grande valore, un valore al quale non si può dare un numero. Questo valore si chiama "dignità". Certo, è innegabile che è molto spesso la stanchezza, la fatica, il dubbio, ci sopraffanno: è allora che dobbiamo far ricorso al memoriale, che non è un semplice ricordo ma è la possibilità di rivivere quello che Dio ha fatto con no. È un po' quello che accade a una coppia di innamorati quando litigano: è bene che ricordino il periodo in cui erano felici, non per farsi prendere dalla nostalgia, ma per credere che quel periodo e che quella felicità possano tornare. Allo stesso modo, il memoriale ci ricorda che Dio ci sta accanto e, quindi, fa accrescere la nostra Fede. Di conseguenza, è fondamentale la preghiera, soprattutto in questo tempo, cioè dei momenti della giornata di grande intimità, momenti speciali per stare da soli con Gesù, perché questi possiamo ricordare che noi viviamo per amore e per amare e che, solo con Gesù, possiamo superare le difficoltà.
La Prima Lettura ci dà proprio l'input del memoriale: ci racconta che Dio mantiene le Sue promesse e che la difficoltà ha una durata limitata, mentre l'Amore di Dio è per sempre. Il problema è che molto spesso noi vogliamo che le promesse di Dio coincidano con le nostre aspettative, quando in realtà il Suo progetto è anche molto spesso una sorpresa: a Lui piace sorprenderci e se noi siamo aperti a questo cosa inaspettata e siamo pronti ad accoglierla, allora possiamo vivere una relazione con Dio concreta e che si traduce in fatti veri e propri, che caratterizzano la nostra vita, ed è solo raccontando questi fatti a noi stessi e agli altri che la nostra fede si può fortificare e soprattutto si può trasmettere.
Nella Seconda Lettura, San Paolo ci spiega come a Dio non interessi chi siamo o quanto bene ci comportiamo, piuttosto interessa quanta fede abbiamo: molto spesso ci lamentiamo perché le persone che noi riteniamo meno meritevoli, hanno una vita più fortunata della nostra, in realtà non si tratta di fortuna o sfortuna, ma di come noi affrontiamo ciò che Dio vuole donarci, cioè della qualità della nostra fede. Vorrei portare l'esempio la storia di Chiara Corbella Petrillo, una giovane madre che ha perso, o meglio "acquistato in cielo", i primi due figli e che, dopo la nascita del terzo, è morta a causa di una malattia. Ciò per cui la Chiesa la vorrebbe proclamare santa è la sua grande fede: mai si è ritenuta sfortunata, ma per grazia di Dio e per sua fede, ha sempre visto in quella sofferenza la Provvidenza e l'Amore divino. Pertanto, non importa chi siamo, ma importa quanto tempo, silenzio e umiltà, dedichiamo a Gesù. Dopo questo, possiamo aver fatto i peggiori errori della nostra vita, ma se siamo veramente pentiti, verremo ascoltati. Dio non guarda la nostra umana perfezione, ma la sincerità del nostro cuore.
Il Vangelo è abbastanza famoso, ma dobbiamo analizzarlo per bene. Gesù è andato nel deserto, sta per intraprendere il suo viaggio verso Gerusalemme, quindi verso la croce, la morte e la risurrezione, ma si deve preparare e quindi sceglie di avere un tempo forte di intimità con Dio. Il vangelo dice che è "pieno di Spirito Santo" cioè non da solo, perché noi non siamo mai da soli! Se pretendiamo di affrontare qualcosa da soli, perdiamo in partenza! Quindi Lui, "pieno di Spirito Santo" va in luogo isolato e prega, ma quando è stanco (perché la preghiera stanca, in quanto richiede energia e concentrazione) il diavolo, che colui che ci vuole separare da Dio e dai nostri fratelli nella fede, va a dargli fastidio. Lo scopo del diavolo è quello di mettergli in testa idee che lo allontanino da Dio quindi gli dice: "ma guarda che se tu hai fame puoi trasformare questa pietra in pane" Cioè: "guarda che tu puoi avere potere sulla realtà" ma Cristo gli risponde: "non di solo pane vivrà l'uomo" cioè: "guarda che oltre alla realtà materiale, l'essere umano è fatto per qualcosa di molto più grande, cioè siamo fatti per una relazione divina che inizia e non finisce più! Allora il diavolo ci prova ancora e gli dice: "guarda che io posso darti un potere che molti desiderano", ma Gesù risponde ancora: "a me non interessa l'idea di possedere!" In questo periodo storico, siamo convinti che il consumismo ci dia un'identità, ma Gesù ammonisce dicendo: "Guarda che l'unica cosa di cui veramente abbiamo bisogno è gratuita, non si paga, ed è la dignità e la libertà di essere figli di Dio!". Quindi dobbiamo chiederci: "perché cosa oggi sto spendendo le mie energie e il mio tempo? per diventare importante davanti agli occhi degli altri o per fare cose buone secondo l'idea di Dio?" La terza tentazione è quella della fede, cioè il diavolo chiede Gesù di mettere alla prova Dio e gli dice: "dai vediamo se ti fa morire, se Dio veramente ti salva!" Noi abbiamo questa tentazione sempre pronta, cioè molto spesso diciamo a Dio: "se veramente mi ami fai questo per me..." pensando che la nostra idea sia migliore di quella di Dio, invece la Sua bellezza è che Lui si manifesta nella semplicità nell'ordinarietà. È certo che tutti ci amerebbero se noi fossimo personaggi famosi, di successo, ricchi e belli agli, ma la vera ricchezza sta nel farsi amare nell'ordinarietà e nella semplicità proprio perché quel tipo di amore è un amore libero, che prescinde dal guadagno che gli altri possono ottenere da noi.
Ecco quindi la bellezza e la grandezza di questo tempo, che non è un tempo triste, ma è un tempo favorevole, propizio e fecondo. È come una terra pronta a produrre frutto, affinché impariamo a stare in relazione con Dio con questa modalità veramente libera e veramente sincera, per vivere veramente del Suo Amore.
Non credo che possa esistere una notizia più bella di questa.
Commento a cura di Cristina Pettinari