Omelia (09-03-2025) |
don Lucio D'Abbraccio |
Resistere alle tentazioni con la Parola di Dio! In questa Prima Domenica di Quaresima, il Vangelo ci presenta Gesù che, guidato dallo Spirito Santo, si ritira nel deserto per quaranta giorni. È un momento decisivo: dopo il battesimo nel Giordano, in cui il Padre lo ha proclamato «Figlio amato» (cf Lc 3,22), Gesù affronta la prova della sua missione. Luca sottolinea che è lo Spirito a condurlo nel deserto: «Gesù... era guidato dallo Spirito nel deserto», quasi a ricordarci che le prove della vita, se vissute in obbedienza a Dio, non sono un fallimento, ma un cammino di purificazione. Questi quaranta giorni sono stati, per Gesù, giorni di solitudine, digiuno e preghiera, ma anche di lotta contro le tentazioni. L'evangelista, infatti, annota che Gesù fu «tentato dal diavolo». Satana, al termine dei quaranta giorni, propone a Gesù tre vie apparentemente facili: trasformare le pietre in pane per sfamare la fame materiale; ottenere il potere sul mondo in cambio di un compromesso con il male; mettere alla prova Dio chiedendo un miracolo spettacolare. Analizziamo le tre tentazioni. 1. La prima tentazione: il pane e la fragilità umana Satana inizia sfidando Gesù nella sua debolezza fisica: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». La tentazione è quella di risolvere i bisogni immediati con un gesto di potere, di sostituire la fiducia in Dio con l'autosufficienza. È la logica del mondo: "Il fine giustifica i mezzi". Ma Gesù risponde: «Non di solo pane vivrà l'uomo». Gesù, dunque, non nega l'importanza del pane, ma ricorda che la vita umana ha una fame più profonda: quella di Dio, della sua Parola, della relazione con Lui. La Quaresima ci invita a digiunare non per disprezzare i beni materiali, ma per riscoprire che la vera sazietà viene dall'ascolto della volontà del Padre. 2. La seconda tentazione: il potere e l'idolatria Satana mostra a Gesù «tutti i regni della terra», offrendoglieli in cambio di un atto di adorazione. È la tentazione del successo facile, del compromesso con il male pur di ottenere risultati. Quante volte anche noi cediamo alla seduzione del potere, del prestigio, del "tutto e subito"? Però Gesù, annota l'evangelista, replica: «Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo rendi culto». Il vero potere non è dominare, ma servire. La Croce, non il trono, sarà la sua gloria. In Quaresima, siamo chiamati a verificare chi o cosa adoriamo davvero: il denaro, la carriera, l'approvazione altrui... o il Dio che dona la vita? 3. La terza tentazione: manipolare Dio Infine, Satana porta Gesù sul pinnacolo del tempio e gli dice: «Gettati giù di qui». È la tentazione di chiedere a Dio prove spettacolari, di trasformarlo in un "garante" dei nostri capricci. Quante volte pretendiamo che Dio intervenga secondo i nostri tempi e desideri, invece di abbandonarci alla sua sapienza? Ma Gesù, a questa ultima tentazione, risponde: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». La fede non è magia, ma fiducia silenziosa. Il vero miracolo non è il gesto eclatante, ma la pazienza di chi cammina nell'amore, anche quando Dio sembra lontano. Alla fine, scrive san Luca, «dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato». Ciò significa che la lotta non è finita: il demonio tornerà nell'orto degli Ulivi, nel tradimento di Giuda, nell'abbandono della Croce. Ma Gesù vince sempre, perché sceglie di rimanere fedele al Padre, non alla logica del mondo. La tentazione, dunque, tornerà, anche per noi. Ma ogni volta, possiamo vincere con Cristo, se restiamo saldi nella sua Parola. Ebbene, abbiamo visto che Gesù resiste alle tentazioni. Non con la forza umana, ma con la Parola di Dio: «Sta scritto...» (v. 4, 8, 12). Ogni risposta di Gesù è radicata nelle Scritture, nel libro del Deuteronomio. Questo ci fa comprendere che se noi abbiamo fiducia in Dio e confidiamo in Lui, Egli ci aiuterà a resistere alle lusinghe di questo mondo, perché sappiamo che Dio non ci abbandona. Anche oggi, le tentazioni si presentano con volti sottili. Quante volte cediamo alla logica del successo a ogni costo, dell'autosufficienza che esclude Dio? Quante volte pretendiamo che Dio agisca secondo i nostri piani, invece di affidarci al suo amore? La Quaresima ci chiede di fare spazio al silenzio, per riconoscere le nostre fragilità e ascoltare la voce dello Spirito. Poniamoci, allora, delle domande: «Siamo capaci di riconoscere i nostri peccati? Le tentazioni del potere, della vanagloria, dell'idolatria, dell'egoismo, della debolezza della carne, della superbia della vita, ci riguardano? Crediamo che il Signore resta con noi nell'ora della prova?». Ricordiamoci che la Quaresima non è un tempo di tristezza, ma di verità e di ritorno a Dio. Come Gesù nel deserto, siamo chiamati a scegliere: tra il pane che sazia per un giorno e la Parola che dà vita eterna; tra il potere che schiaccia e il servizio che libera; tra la superbia che sfida Dio e la fiducia che si abbandona alla sua misericordia. In questi quaranta giorni, lasciamoci guidare da tre alleati preziosi: 1. La preghiera, per rimanere uniti a Cristo; 2. Il digiuno, per liberarci dalle schiavitù interiori; 3. La carità, per uscire dall'egoismo. La Vergine Maria, madre del Redentore, ci accompagni in questo cammino quaresimale. Lei, che ha vissuto nel silenzio e nell'obbedienza il mistero della salvezza e che ha meditato ogni cosa nel cuore (cf Lc 2,19), ci insegni a custodire la fede anche nelle prove e a credere che Gesù è il Signore e che, solo confidando in Lui, vinciamo le seduzioni del maligno. Amen! |