Omelia (22-03-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
In questo brano, chiamato "discorso delle antitesi", Matteo solleva il problema del rapporto tra Gesù e la legge, tra il Vangelo e le norme morali. La frase "avete inteso che fu detto,... io invece vi dico", che scandisce come un ritornello questa pagina del Vangelo, potrebbe indurre a pensare che si riferisca ad una sorta di abolizione della legge. Ma Gesù fin dall'inizio chiarisce: "Non sono venuto ad abrogare, ma a compiere". Ed è proprio il "compimento" della legge il centro di questo brano evangelico. E il compimento è l'amore. Si tratta di diventare "perfetti come perfetto è il vostro Padre che è nei cieli" dice Gesù ai discepoli, richiamando la frase analoga del Levitico: "Siate santi, perché sono io Santo, il Signore vostro Dio!" (Lv 19,2). Egli stesso è il completamento della Parola di Dio che risuona sulla terra sin dal tempo di Abramo. Gesù, infatti, non cancella le disposizioni date da Dio, semmai le esalta nel loro senso più pienoo; non cambia, infatti, neppure uno "iota" (la lettera più piccola dell'alfabeto ebraico), perché nessuna parola della Scrittura va disattesa, anche la più piccola. Il discepolo, seguendo il Maestro, deve anche lui portare a compimento nella vita di ogni giorno quanto è scritto nella Bibbia. |