Omelia (23-03-2025) |
padre Antonio Rungi |
La pazienza di Dio e la resistenza dell' uomo La terza domenica di quaresima ci propone il testo del Vangelo di Luca in cui Gesù rivolge ai suoi discepoli un chiaro invito alla conversione e lo fa mediante l'apporto del ricordo di due gravi tragedie interpretate dalla gente comune come punizioni divine. Si tratta di persone uccise o morte a causa di eventi naturali o di veri drammi provocati. In entrambi i casi Gesù cerca di far capire che ogni evento negativo non è causato da Dio ma dalla cattiveria e dal cuore indurito degli uomini. Da qui il duplice appello alla conversione, perché se non avviene periranno allo stesso modo. Non è una minaccia da parte di Gesù o una pressione psicologica che sta esercitando nei confronti di coloro che lo ascoltano, bensì un evidente bisogno spirituale di cambiare vita e strada se si sta camminando su sentieri sbagliati. L'appello alla conversione riguarda tutti e quindi anche noi. Non possiamo pretendere che Dio risolva tutti i nostri problemi. La parabola che Gesù racconta per illustrare l'infinita pazienza di Dio che attende che i tempi maturino perché tutti i suoi figli ritornino a lui con cuore pentito. Il fico che non porta frutto ha bisogno di aspettare un altro anno per vedere se dopo una nuova attesa porti il frutto sperato, cioè che faccia il bene e per bene. Ma se nonostante la pazienza di Dio non arriva la conversione la decisione è unica quella di tagliare il fico, recidere il male e l'improduttività di chi non vuole cambiare, rinnovarsi e convertirsi. Tutta la nostra vita è un cammino di vera conversione, in quanto siamo tutti peccatori e come tali abbiamo bisogno di un vero rinnovamento interiore. La Quaresima è questo lungo tempo per saggiare la nostra volontà di tagliare alla radice il male che ci facciamo e facciamo. Il Signore ci dia la forza di impegnare questi giorni che ci separano dalla Pasqua 2025 ad un vero rinnovamento spirituale. |