Omelia (27-04-2025)
Missionari della Via


Siamo nella seconda domenica di Pasqua chiamata anche domenica della Divina Misericordia. Leggiamo alla luce della misericordia le due manifestazioni di Gesù, una la "domenica di Pasqua", l'altra la domenica successiva. Nella prima manifestazione abbiamo i discepoli rinchiusi nel cenacolo per timore dei Giudei. Essi sono lì, riuniti insieme, di domenica. Nonostante l'annuncio della Risurrezione recato da Maria di Màgdala la paura fa da padrona. E Gesù cosa fa? Va loro incontro, entrando a porte chiuse; saluta/dona la sua pace e si fa riconoscere. «E i discepoli gioirono al vedere il Signore». Ecco ciò che libera i discepoli dalla paura: la presenza di Gesù, la sua misericordia! Anche a noi può capitare di aver paura di affrontare alcune situazioni, di incontrare determinate persone; anche noi possiamo sentire lo sgomento davanti alle difficoltà che potrebbero generare alcune nostre importanti decisioni che potrebbero non essere gradite da alcuni e osteggiate. E anche noi potremmo sentire la paura di sbagliare di nuovo, di non essere all'altezza, di non farcela... Cosa ci aiuta ad andare oltre? Il contatto con Gesù vivo, il lasciarci toccare da Lui, specialmente quando ci riuniamo con la comunità a celebrare l'eucaristia. Sì, è la sua presenza che rischiara il cuore, è la sua misericordia che lo pacifica! Ed è bellissimo notare quanto segue: Gesù non solo non dice una parola di rimprovero ai discepoli ma effonde il suo Spirito su di loro e li invia perché siano strumenti del suo perdono per gli altri. Abbiamo qui il sublime potere affidato alla Chiesa: diffondere la remissione dei peccati, in primis mediante il battesimo e il sacramento della riconciliazione, e poi mediante parole, gesti, segni concreti che aiutano a diffondere la cultura della misericordia, abbattendo i muri del risentimento, del rancore e dell'odio! Quanto fa bene al cuore lasciarsi perdonare dal Signore nella confessione; e quanto fa bene perdonare a nostra volta... Chissà se siamo aperti a tanta bellezza e stiamo sperimentando una così grande tenerezza!

La misericordia è anche una chiave di lettura per l'incontro di Gesù con Tommaso. Tommaso non era presente con gli altri la domenica di Pasqua; non è dato di sapere dove fosse. Di certo, è palese il suo non voler credere nell'esperienza pasquale degli altri discepoli. Chissà, forse dopo "lo scotto" dell'aver abbandonato anche lui Gesù sulla croce, e la "sparizione" del suo corpo, non accettava di starsene chiuso nel cenacolo con gli altri e, da solo, cercava risposte altrove. Eppure, Tommaso la domenica successiva è lì, con la comunità riunita nel cenacolo; potremmo dire che si mette in condizione di poter incontrare Gesù. Ed ecco che il Risorto va incontro a Tommaso, ripetendo parola per parola tutto ciò che aveva detto nella sua ostinazione incredula («se non vedo... se non metto il dito...»). Gesù con tanta misericordia salva Tommaso dai suoi dubbi e ancor più da se stesso. Le sue resistenze, i suoi sensi di colpa erano stati vinti da un amore più grande, dall'amore del Signore. San Tommaso, che a parole disse: «andiamo a morire anche noi con Lui» aveva fallito; ora comprende che è Gesù ad aver dato la vita per lui e si sente e scopre amato, cercato, perdonato. «Per essere penetrato così addentro nell'intimità di Cristo, Tommaso è stato trasportato a un'altezza che nessuno degli altri aveva fino allora raggiunta. Più in alto perfino di Giovanni a cui era stato concesso solo di posare il capo sul petto di lui, ma ancora all'esterno. Folgorato, Tommaso cade in ginocchio e esclama: "Mio Signore, mio Dio!". Nessun altro apostolo si era ancora spinto a dirgli questo: "mio Dio ". Gesù l'ha amato tanto, l'ha guarito con tanta dolcezza da cambiare questa colpa e questa umiliazione in un meraviglioso ricordo. Cristo rimette così i peccati. Lui sa fare di tutte le colpe umane delle "felici colpe" (come dice la liturgia nell'Exultet pasquale), delle colpe che non ricordi più se non per la meravigliosa tenerezza di cui sono state occasioni!» (p. Raniero Cantalamessa).

PREGHIERA

«Dio, Padre Misericordioso, che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio Tuo Gesù Cristo, e l'hai riversato su di noi nello Spirito Santo Consolatore, Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo. Chinati su di noi peccatori, risana la nostra debolezza, sconfiggi ogni male, fa' che tutti gli abitanti della terra sperimentino la Tua Misericordia, affinché in Te, Dio Uno e Trino, trovino sempre la fonte della speranza. Eterno Padre, per la dolorosa Passione e la Resurrezione del Tuo Figlio, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Amen»

(Preghiera conclusiva della Coroncina alla Divina Misericordia).