Omelia (05-03-2006)
padre Antonio Rungi
Quaresima: il nostro personale pellegrinaggio verso la Pasqua

La Parola di Dio di questa prima domenica di Quaresima ci invita alla conversione ed al rinnovamento spirituale personale e comunitario. Una conversione che parte dall'amore ed arriva all'amore. Con l'inizio di questo lungo periodo di penitenza, ci siamo incamminati verso l'annuale Solennità della Pasqua di Risurrezione con la profonda convinzione che la Quaresima possa essere davvero un tempo di grazia straordinario per riscoprire la centralità di Cristo nella nostra vita. "La Quaresima – ci ricorda il Santo Padre, Benedetto XVI - è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso Colui che è la fonte della misericordia. È un pellegrinaggio in cui Lui stesso ci accompagna attraverso il deserto della nostra povertà, sostenendoci nel cammino verso la gioia intensa della Pasqua".
Tempo forte dell'anno liturgico, la Quaresima ci invita a fare tesoro di ogni parola che esce dalla bocca di Dio, a vivere la carità in modo concreto e visibile, a fare penitenza e, soprattutto, a convertirci, con il cuore e con la mente, al Vangelo. E' questo il modo migliore per prepararci alla Pasqua cristiana annuale, in attesa della Pasqua eterna nel Regno di Dio.
l breve brano del Vangelo di Marco che abbiamo ascoltato riferisce dell'esperienza del deserto fatta da Gesù per lunghi quaranta giorni e prima dell'inizio della sua missione pubblica. Nel deserto, sottolinea il testo del Vangelo di Marco, Gesù fu tentato da satana. Tentazioni respinte al mittente e superate con la preghiera e la penitenza. Fortificato da questo lungo periodo di preparazione alla missione, Gesù, "dopo che Giovanni fu arrestato, si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo".
Mi sovviene in questo momento quanto disse sua Santità, Benedetto XVI, in occasione dell'inizio del suo Pontificato, il 24 aprile dell'anno scorso.
"La santa inquietudine di Cristo deve animare il pastore: per lui non è indifferente che tante persone vivano nel deserto. E vi sono tante forme di deserto. Vi è il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete, vi è il deserto dell'abbandono, della solitudine, dell'amore distrutto. Vi è il deserto dell'oscurità di Dio, dello svuotamento delle anime senza più coscienza della dignità e del cammino dell'uomo. I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi... La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo, devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l'amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza".
Sull'esempio di Cristo siamo invitati, quindi, ad uscire dal deserto e a far uscire i nostri fratelli e sorelle di tutto il mondo dai vari deserti spirituali e materiali, entro i quali si elaborano progetti di morte per sé e per gli altri. Per fare questo è necessario superare le varie tentazioni, tra cui quella più grave dello scoraggiamento di fronte ad un mondo refrattario al discorso su Dio ed alla fede.
Il Santo Padre ci invita a fare questo cammino di allontanamento dal male sia a livello individuale che comunitario. Nel suo messaggio per la Quaresima di quest'anno egli scrive testualmente: "Non possiamo nasconderci che errori sono stati compiuti nel corso della storia da molti che si professavano discepoli di Gesù. Non di rado, di fronte all'incombenza di problemi gravi, essi hanno pensato che si dovesse prima migliorare la terra e poi pensare al cielo. La tentazione è stata di ritenere che dinanzi ad urgenze pressanti si dovesse in primo luogo provvedere a cambiare le strutture esterne. Questo ebbe per alcuni come conseguenza la trasformazione del cristianesimo in un moralismo, la sostituzione del credere con il fare". Citando le parole di Giovanni Paolo II, Sua Santità, Benedetto XVI fa poi osservare che è ancora forte "la tentazione di ridurre il cristianesimo ad una sapienza meramente umana, quasi a una scienza del buon vivere. In un mondo fortemente secolarizzato è avvenuta una graduale secolarizzazione della salvezza, per cui ci si batte sì per l'uomo, ma per un uomo dimezzato. Noi invece sappiamo che Gesù è venuto a portare la salvezza integrale" (Enc. Redemptoris missio, 11).
È proprio a questa salvezza integrale che la Quaresima ci vuole condurre in vista della vittoria di Cristo su ogni male che opprime l'uomo. Nel volgerci al divino Maestro, nel convertirci a Lui, nello sperimentare la sua misericordia grazie al sacramento della Riconciliazione, scopriremo uno "sguardo" che ci scruta nel profondo e può rianimare le folle e ciascuno di noi".
Come non fare tesoro di simile insegnamento davanti al male che si diffonde sempre più nel mondo e al quale sembra di non riuscire a far fronte?
Il male si combatte mettendoci chiaramente dalla parte di Dio e facendoci guidare da Lui in ogni nostra scelta di vita. Egli continua a parlare a noi in tanti modi e ci indica anche la strada maestra da imboccare, quando siamo insicuri del percorso da fare.
Egli, infatti, viene in nostro aiuto e ci sostiene nel cammino della vita e della speranza, come fece al tempo di Noè dopo i quaranta giorni di diluvio. Incoraggiante il suo impegno di fedeltà all'umanità: "Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra".
O, come ci fa pregare il Salmo 24 che abbiamo proclamato prima: "Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza".
Si tratta di vivere, in poche parole, il Battesimo che abbiamo ricevuto all'inizio della nostra vita terrena o successivamente. Il testo della Lettera di San Pietro Apostolo ci ricorda espressamente tutto questo. Il Battesimo "non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo".
D'altra parte, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio, messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito".
Su questo Cristo Crocifisso, morto e risorto per noi, siamo invitati a fissare il nostro sguardo durante l'intero periodo della Quaresima, in modo da cogliere da Lui le istanze più forti per un rinnovamento personale e comunitario nell'ottica del Vangelo della Passione e del mistero della Pasqua di Cristo, al quale ci prepariamo con questo lungo periodo di preghiera, penitenza, digiuno, carità e solidarietà.