Omelia (03-03-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Come vivere questa Parola? In questo tempo di quaresima, la Chiesa ci invita al "digiuno". Una pratica a cui si attribuisce normalmente una funzione ascetica e impetratoria che il passo evangelico della liturgia odierna non nega, ma integra in un contesto a più largo respiro. Sullo sfondo un tema biblico ricorrente: quello del banchetto nuziale. Si parla di "lutto", di "giorni in cui lo Sposo sarà tolto", è vero. Ma noi sappiamo che dietro l'immagine è la promessa di una pienezza verso cui il popolo di Dio è incamminato. È la dinamica del "già e non ancora" che pone in stato di attesa. Lo Sposo è già tra noi ma la festa nuziale avrà il suo compimento solo alla fine dei tempi. Il digiuno è allora giustificato, ma ha il sapore della "vigilia". È come la veglia, carica di desiderio e di gioiosa certezza, della sposa che quasi anticipa la luce del grande giorno delle nozze. Nell'invito al digiuno, è sottesa la sollecitazione a "risvegliarci" dallo stordimento provocato dalle mille proposte di soddisfazioni immediate, che rischiano di far scadere l'attesa. Il digiuno ci permette di inoltrarci nel deserto, il luogo biblico degli appuntamenti di Dio, sperimentando che "non di solo pane vive l'uomo". Sì, il digiuno deve permetterci di riscoprire quella "fame" di Dio che ogni uomo si porta dentro e che nulla può tacitare. Ecco perché il digiuno è strettamente connesso con l'esigenza della conversione, che è appunto un "volgersi nuovamente verso Dio". E anche qui, prima ancora che di distacco dal peccato, si tratta di apertura all'amore. Se amo Dio, necessariamente mi sento spinto ad amare i fratelli e il peccato non ha più presa su di me. Oggi, nella mia pausa contemplativa, porterò lo sguardo sullo "Sposo" che è il cuore della quaresima, Colui che "attendo". Nella luce positiva dell'attesa nuziale imposterò quindi il cammino di questo "tempo favorevole". Sia ogni giorno riempito dall'attesa di te, mio unico Sposo e Signore, ricercato ed amato nelle trame del quotidiano. La voce di un teologo Il digiuno è l'espressione del desiderio, della speranza: è come se la fame passasse in secondo piano, quando si è in attesa dell'amato, quando si veglia nella notte. Tempo in cui c'è bisogno di riscoprire il profondo desiderio di Dio, scoprire che Lui solo può soddisfare il nostro cuore inquieto, che non troverà pace finché non avremo scoperto che è solo Dio al di sopra di tutto, e finché non avremo tutto orientato a Lui come Signore unico ed esclusivo nella nostra vita. Bruno Forte |