Omelia (30-03-2025)
padre Antonio Rungi
I figli della pazienza di Dio

Celebriamo oggi la quarta domenica di Quaresima e ci avviciniamo alla Pasqua. Il testo del Vangelo che viene proposto in questa domenica è la celebre parabola del figliol prodigo, ribattezzata ultimamente, soprattutto nel contesto dell'anno giubilare, come la parabola di Dio misericordioso.
In questo periodo in cui tutti quanti siamo chiamati a rivedere la nostra vita, a vivere quest'anno giubilare della speranza nel segno della conversione, questa parabola cade a proposito. Come cristiani siamo chiamati a confrontarci sistematicamente con la parola di Dio, che accompagna il nostro cammino verso la Pasqua. Sappiamo benissimo che la Quaresima è tempo della parola e che l'anno liturgico è strutturato su due periodi molto forti, quello della preparazione al Natale con il tempo dell'Avvento e con la Quaresima in preparazione alla Pasqua. Tempi forti dell'anno liturgico, perché siamo chiamati alla conversione.
Questa parabola ci indica due cose da fare essenzialmente. Prima di tutto di non sbagliare. Pretendiamo a volte di essere liberi secondo le nostre idee, intendendo la libertà di fare tutto ciò che ci piace, come ha fatto Il figliol prodigo, cioè spendaccione che ha sperperato tutti i soldi e tutti i beni che il papà gli aveva consegnato, in base alla richiesta fatta. Chiaramente quando sperimenta la condizione estrema della miseria più totale, sente il bisogno di ritornare a Dio. Queste persone vivono nel peccato in quanto pensano che la libertà sia nel fare quello che ci piace in tutti i sensi, violando le leggi di Dio, vivendo contro l'etica, contro ciò che sono i valori fondamentali della vita umana sociale, religiosa. Poi si tocca con mano il fondo della miseria, della povertà spirituale e allora inizia il ritorno, c'è il ripensamento, c'è la conversione. È quello che è successo a questo figlio che ha chiesto al padre di allontanarsi da casa e va via e poi in una condizione di miseria, dopo aver sperperato ogni cosa ritorna e il padre che lo aspetta, lo perdona e lo accoglie.
L'altra cosa da evitare è la gelosia, l'invidia, la cattiveria del fratello maggiore che come si legge nel testo, quando sa che il fratello minore era andato via e poi è tornato, il papà aveva fatto una festa grande aveva accolto con tutti gli onori del rimpatriato si innervosisce non vuole entrare addirittura si mette in contrasto con il papà. Il papà anche in questo caso ha tanta pazienza e disponibilità ad accogliere il figlio che protesta, che contesta. il comportamento del genitore, perché ha accolto il figlio che era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.
Il Padre ha cercato di far capire il senso di un ritrovamento della condizione spirituale, della grazia di Dio, dell'amicizia con Dio. Il miracolo della conversione avviene quando una persona, nonostante gli errori, rimane fondamentalmente buono nel cuore. Il bisogno di Dio riaffiora nei momenti meno attesi della vita. Quindi fuori da ogni visione cristiana la gelosia verso un fratello che ritorna in famiglia, che in questo caso sapete benissimo è riferito alla figura di Dio Padre misericordioso. Questo Padre che cerca di far capire al figlio maggiore che lui è stato sempre nella casa, non si è mai allontanato da quella realtà così importante e spirituale della comunione con Dio, con la grazia, con tutto ciò che sono i beni spirituali e più che essere contento perché è stato riaccolto il fratello minore che è rientrato, fa il geloso e arrabbiato. Alla fine della parabola come ci racconta Gesù tutto si mette a posto.
La parabola detta da Gesù stesso e spiegata da lui ci fa capire che effettivamente bisogna essere sempre felice e contenti quando una persona ritornando a Dio rientra nella comunione con la chiesa. In questo modo si comincia a riprendere il cammino spirituale partendo dalla confessione e dalla comunione. Con la riconciliazione e un atteggiamento nuovo rispetto alla vita, rispetto alla preghiera, rispetto anche a quelli che sono le problematiche complessive della vita di oggi e di sempre, è possibile rinascere.
Concludendo la mia riflessione sul tema della conversione del figliol prodigo, del figliolo ritrovato, che si era perduto e che il papà aspetta che rientri, ci fa guardare in prospettiva, in lontananza, perché il ritorno di questo ragazzo è una finestra aperta alla speranza che con la buona volontà si possono evitare tanti sbagli. Ecco, in poche parole, una delle parabole su cui è opportuno meditare in questo tempo di Quaresima. Abbiamo tutto il tempo necessario per rinnovarci, convertirci e riconciliarci a partire da questa domenica di fine marzo.