Omelia (02-04-2025)
padre Ezio Lorenzo Bono
Scarafaggi o figli?

Nella letteratura ci sono molte opere che parlano del rapporto padre-figlio. Nella maggior parte dei casi, si tratta di un legame complesso e conflittuale. Emblematica è la Lettera al padre che Kafka scrisse a suo papà - ma che non ebbe mai il coraggio di consegnargli - nella quale descrive i propri sentimenti di inadeguatezza e inferiorità, arrivando a identificarsi con lo scarafaggio del suo romanzo La metamorfosi. Critica i metodi educativi del padre, basati sull'insulto, sulla minaccia e sulla punizione, ritenendolo responsabile del proprio dolore e della propria infelicità.
Anche il Vangelo di oggi ci parla di un rapporto padre-figlio: quello tra Dio Padre e il Figlio Gesù. Ma in questo caso si tratta di un rapporto luminoso, intenso, generativo, dal quale procede lo Spirito Santo, che è l'amore tra il Padre e il Figlio. Le uniche due volte in cui il Vangelo riporta direttamente le parole di Dio Padre, sono parole d'amore per il Figlio: "Questi è il mio Figlio, l'amato..." e "L'ho glorificato e lo glorificherò".
Gesù parla sempre del Padre suo con amore, rivendicando la propria identità con Lui: "Io e il Padre siamo una cosa sola"; "Nessuno può andare al Padre se non per mezzo di me"; "Chi vede me vede il Padre". Nel Vangelo di oggi si legge che il Padre ha affidato al Figlio ogni giudizio, e che "proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo:... chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio".
Gesù ti chiama fratello, figlio dello stesso Dio Padre. E allora: com'è il tuo rapporto con Dio Padre? Ti senti come Kafka nei confronti di suo padre - piccolo, inadeguato, come uno scarafaggio - oppure come Gesù, figlio amato, custodito e inviato?
Il rapporto tra Gesù e il Padre ci mostra che non è vero che il rapporto padre-figlio debba essere necessariamente segnato dal conflitto: può invece essere un legame d'amore profondo, fonte di immensa felicità.


IMPEGNO QUARESIMALE:

Quando preghi l Padre nostro, soffermati sulla parola "Padre" non come un nome lontano, ma come una relazione viva. Se ti riesce difficile, allora chiedi al Signore: "Padre, aiutami a sentirmi figlio tuo".