Omelia (03-04-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv 5, 36

Come vivere questa Parola?

Continua il discorso apologetico di Gesù in risposta alle accuse dei Giudei. A mano a mano che si procede, lo scontro si fa più aspro. Sempre più netta diviene la separazione tra l'io di Gesù e il voi degli uditori ostili. Questo brano segna così il punto culminante del processo intentato dal Signore Dio contro il popolo amato con predilezione, eppure ostinatamente ribelle, cieco e sordo.

I giudei si trovano così messi sotto processo. La loro cecità nasce da una deviazione radicale e interiore; gli accusatori non cercano la "gloria che viene da Dio solo" ma prendono gloria gli uni dagli altri. Ripiegati sulla legge, rifiutano lo Spirito. Gesù svela il rischio in cui si trovano e li mette in guardia: credono di ottenere la vita eterna scrutando gli scritti di Mosè, ma sono proprio questi scritti ad accusarli.


VIVO LA PAROLA - Testimonianza.


La voce di un vescovo martire

"Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola, e ricevono vita l'una dall'altra.

Il digiuno è l'anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica.

Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia compassione, chi spera compassione. Chi domanda pietà, la eserciti. Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. E' un cattivo richiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sé.

O uomo, sii tu stesso per te la regola della misericordia. Il modo con cui vuoi che si usi misericordia a te, usalo tu con gli altri. La larghezza di misericordia che vuoi per te, abbila per gli altri. Offri agli altri quella stessa pronta misericordia, che desideri per te.

Perciò preghiera, digiuno, misericordia siano per noi un'unica forza mediatrice presso Dio, siano per noi un'unica difesa, un'unica preghiera sotto tre aspetti".

Dai discorsi di San Pietro Crisogono, vescovo


Roberto Proietti - robertocerreto82@gmail.com