Omelia (13-04-2025)
don Michele Cerutti
Chi sono io davanti a tutto questo amore?

Mi rimane impresso sempre quando leggo questo lungo brano evangelico della Passione di Gesù quello che proprio Lui stesso ha detto in una rivelazione mistica alla beata Angela da Foligno: Non ti ho amato per scherzo.
Siamo sicuramente aiutati dalle scene forti del film di Mel Gibson The Passion che plastica veramente la difficile salita del Calvario e la morte cruenta a cui viene sottoposto il Cristo.
Questi versetti che sono il fondamento di tutto diventano quindi per noi motivo di interrogarci profondamente come viviamo in mezzo a questa sofferenza.
I discepoli e i personaggi che si alternano ci aiutano a specchiarci.
Qui veniamo proprio rimandati alla parabola del seminatore e del campo perché possiamo vedere i diversi terreni su cui Gesù ha operato nei 3 anni di ministero.
Possiamo essere traditori come Giuda che per pochi denari vende il Signore.
Lo possiamo vendere seguendo le idee del mondo da cui ci facciamo attrarre, lo possiamo vendere per avere un posto di privilegio, lo possiamo vendere per aumentare la nostra ricchezza.
Quanti esempi emergono pensando ai Giuda di oggi.
Sono coloro che scambiano armi e chiedono al mondo di ingrandire il volume d'affari di questo commercio. Sono coloro che in un posto di lavoro non si tirano indietro a fare sgambetti scorretti per un avere il comando.
Sono coloro che per avere notorietà non esprimono nessuna clemenza nei confronti dei fratelli che sbagliano.
Questi rappresentano quel terreno in cui il seme cade, ma scivola via e non penetra per niente.
Possiamo essere pusillanimi come molti altri capeggiati da Pietro.
Grandi slanci di fede e di amore nei confronti di Gesù, ma poi concretamente alla prova del nove, come si dice in linguaggio matematico, mettiamo in evidenza tutti i nostri limiti e le nostre incapacità di essere fedeli al Signore stesso.
Quando ci viene chiesto di dare testimonianza concreta della fede sembriamo vergognarci.
Rischiamo di essere quel terreno in cui Gesù ha messo un seme, ma questo è stato soffocato dai rovi ovvero dalle preoccupazioni del mondo.
Questi discepoli dovranno lavorare per estirpare tutte queste erbacce cattive che non fanno crescere il grano buono. Dopo la Pasqua, quel giardiniere, come lo chiamerà la Maddalena, dovrà aiutarli a sviluppare quei terreni e a renderli fruttuosi.
Possiamo essere anche dei Pilato che invece vedono il seme caduto sul proprio campo, ma subito i corvi vanno a beccare e lo portano via.
Quante volte ci può essere stato qualcuno che ha avuto occasione di interrogarsi davanti a delle provocazioni giuste che la Chiesa ha lanciato e poi invece la vita di tutti i giorni è stato come nel caso di questo esponente dell'Impero Romano occasione non per soffermarsi a pensare, ma si è fatto prendere dalle logiche della fretta di risolvere il caso per cedere Gesù.
Possiamo però essere quel terreno buono su cui cade il seme e produce frutti abbondanti.
Pensate a offrirci un esempio forte è un ladrone pentito che fa tacere il suo compagno quando questo disprezza Gesù e invita il Signore stesso a ricordarsi di lui quando sarà in Paradiso.
"Oggi stesso sarai con me in Paradiso" è la garanzia che il Cristo offre a questo uomo considerato delinquente da tutti.
Utilizziamo questi giorni per specchiarci in questo capitolo della Passione per interrogarci, ma noi in quale di questi personaggi ci riconosciamo?
Chi è Gesù per me? Chi sono io per Lui?
Solo così possiamo vivere la settimana autentica, come si definisce nella liturgia ambrosiana, con la autenticità della nostra fede.