Omelia (05-03-2006) |
don Bruno Maggioni |
Lieta notizia anche dentro la prova Il passo evangelico della prima domenica di Quaresima è divisibile in due parti: il racconto della tentazione (1,12-13), che si collega strettamente alla scena precedente del battesimo al Giordano, e l'introduzione al ministero pubblico di Gesù (1,14-15) che contiene l'imperativo che costituisce il programma dell'intera Quaresima: convertitevi. Al contrario di Matteo e Luca, Marco non racconta nulla sulla modalità della tentazione e sul suo svolgimento. Gli interessa dire, semplicemente, che Gesù fu tentato. Da questo punto di vista il suo racconto è incompiuto e rinvia al resto del Vangelo: per ora l'evangelista si accontenta di dire che Gesù, in risposta al battesimo, ha iniziato un'esistenza segnata dal confronto con Satana e contemporaneamente dall'aiuto di Dio («gli angeli lo servirono»). Marco ha strettamente congiunto il battesimo e la tentazione («e subito dopo») per mostrare che lo Spirito, donato al battesimo, non separa Gesù dalla storia e dalle sue ambiguità: al contrario, colloca Gesù all'interno della storia e all'interno della lotta che in essa si svolge. Il racconto di Marco è un invito a leggere il seguito del Vangelo. E dal seguito non è difficile ricostruire la tentazione che Gesù ha incontrato non soltanto nel deserto, ma lungo tutta la sua vita: percorrere la strada suggerita dalla Parola di Dio oppure preferire i suggerimenti degli uomini che sembrano scorciatoie più sicure e convincenti? A questo punto le applicazioni sono chiare: chi si pone alla sequela di Gesù deve sapere che incontrerà ad ogni passo la tentazione. C'è la tentazione di far coincidere il progetto di Dio con il progetto costruito dall'uomo. C'è la tentazione di pretendere da Dio segni chiari e risolutori, dominatori, e se Dio non li compie, non è raro che siano gli uomini stessi a tentare di compierli, al suo posto. C'è soprattutto la tentazione di servirsi della logica del mondo per rendere più facile la venuta del Regno. La Quaresima si caratterizza per un tema particolarmente importante: la conversione. Ma per capire la conversione, il discepolo deve prima capire la lieta notizia annunciata da Gesù. Per Marco la lieta notizia è la proclamazione che la solidarietà di Dio è definitiva e stabile. Dio si è talmente avvicinato a noi da farsi uomo, nostro fratello: è entrato nella storia, coinvolto nella nostra avventura senza possibilità di pentimento. Dio non può più tirarsi indietro. Questa solidarietà di Dio nei nostri confronti è universale: Cristo ama ogni uomo. dichiara decadute tutte le barriere. È confrontandosi con questa lieta notizia che il cristiano deve rifare tutte le sue relazioni. È una lieta notizia vicina, a portata di mano, ma occorre allungare la mano per afferrarla: bisogna, appunto, convertirsi. |