Omelia (11-04-2025) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
Gesù scappa Ieri l'evangelista Giovanni ci ha detto nel Vangelo: "Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio". Oggi leggiamo: "I Giudei portarono pietre per lapidare Gesù... ma Egli sfuggì dalle loro mani". È curioso notare come il Vangelo sottolinei, più volte, che Gesù scappa, si nasconde, fugge. Nessuno può prenderlo, fino a quando non lo decide Lui. Lo dirà chiaramente: "Io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo". Da una parte vediamo un Gesù che non ha paura di affrontare i farisei, di controbattere, di mettere in luce l'assurdità del loro agire. Ma quando questi non riescono più a rispondere con la ragione, ricorrono alla violenza. Non avendo argomenti, alzano le mani. Lo stesso accade anche oggi: molti camminano con le pietre in mano già pronte - pietre fatte di insulti, calunnie, maldicenze - da scagliare contro chi disturba, chi pensa in modo diverso, chi fa domande scomode. Quando si arriva all'aggressione, verbale o fisica, è perché manca il dialogo e la verità fa paura. Se da una parte Gesù non ha paura di dire quello che pensa, dall'altra parte scappa. Non fugge per paura. Fugge perché sa che, di fronte alla prepotenza e alla violenza, non serve ragionare. Meglio sottrarsi. Non per vigliaccheria, ma per non farsi schiacciare da chi ha perso il senso del confronto. Anche noi, a volte, dobbiamo imparare a proteggerci, a non permettere che qualcuno eserciti violenza su di noi, neppure verbale. Perché la nostra vita è un dono di Dio, e solo Lui ha il diritto di togliercela quando vorrà. IMPEGNO QUARESIMALE: Imitiamo Gesù nei due atteggiamenti complementari: nel coraggio di dire la verità, anche quando è scomoda, e nella libertà di allontanarci da chi non vuole ascoltare, da chi ci ferisce gratuitamente. Impegniamoci a non alzare mai pietre - né reali né verbali - e a custodire la nostra vita come un dono sacro che non va gettato nelle mani dei violenti. |