Omelia (19-04-2025)
don Michele Cerutti
Pasqua: punto di partenza

Una notte in cui abbiamo passato in rassegna le grandi icone dell'Antico Testamento per giungere a contemplare il grande quadro del mattino di Pasqua quando le donne corrono al sepolcro e lo trovano vuoto.
Guardando questa carrellata di Parola di Dio mi soffermo sulla grande rappresentazione che ci offre l'Esodo: la Pasqua come passaggio dalla schiavitù alla libertà.
Mettiamo in ordine le coordinate che il brano ci mette davanti.
Prima di tutto il mare non va aggirato, ma va attraversato dove l'abisso si vince guardandolo negli occhi. Un mare che si attraversa non per un mero calcolo.
La libertà a cui il mare ci conduce non consiste nel tornare indietro perché davanti c'è una promessa chiamata ad essere vissuta non da soli. Dio non conosce il futuro perché diversamente non saremmo liberi invece Dio vuole creare un legame il cui filo che unisce è proprio la libertà dell'uomo.
Solo così possiamo rispondere in maniera consapevole con le parole del Cantico.
Si può dire veramente che troviamo in questa preghiera il ritmo di pensieri elevati, con la semplicità e la sublimità dell'orante. Gli elementi storici e profetici, descrivono il passato con una potenza meravigliosa e offrono nello stesso tempo in pochi tocchi un'immagine gloriosa del futuro.
Da questo comprendiamo un aspetto importante quello che stiamo vivendo è un punto di partenza.
Abbiamo attraversato il deserto quaresimale, ma siamo giunti a questo momento per camminare, ora con una consapevolezza differente perché Cristo ci ha liberati dal peccato.
Un inizio ci viene offerto del Vangelo perché questo è il tempo dell'annuncio al mondo di una buona notizia.
Un cammino che ci chiede di ripensarci ogni anno diversi immaginando anche nuovi percorsi per raggiungere il cuore degli uomini diversamente ci troveremo con il passare del tempo sempre più ridotti a contarci e a creare i nostri sottogruppi, mentre il mondo evolve in direzioni sempre più opposte a quello che questa notte ci trasmette.
Vincere le nostre precomprensioni quelle che vivono gli apostoli che diffidano delle notizie provenienti dalle donne e trovare in queste ultime il coraggio e la caparbietà di affrontare tabù difficili da debellare.
Dio ci sorprende in un'altra notte, quella dell'Incarnazione, si rivolge ai pastori, in questa invece si affida a delle donne e spiazza Pietro e compagni.
Nella prima mette in subbuglio il palazzo di Erode e i benpensanti del culto di Gerusalemme mentre in questa scompiglia i piani della Chiesa nascente.
Questo ci conduce a ragionare con logiche differenti da quelle umane.
I nostri piedi non si fermano e ora vanno da una estremità all'altra della terra per dire al mondo che Cristo è risorto veramente.
Lo canteremo esultando con la Madre al termine della lunga celebrazione e cercheremo di viverlo da adesso e ogni giorno per annunciarlo prima di tutto con la propria testimonianza di vita.
Buona Pasqua! Cristo è risorto!