Omelia (13-04-2025) |
don Andrea Varliero |
A fil di voce Non esiste preghiera più bella, non esiste preghiera più sentita, non c'è preghiera più intima con Lui se non ascoltando e abitando la Passione di Nostro Signore. Come ogni amore che ci ha abbracciato nella nostra vita, abbiamo ancora bisogno di riviverla. Dopo un anno che ci ha trasformati, dopo un mondo che è cambiato, abbiamo ancora bisogno di accogliere la Passione. Un mondo affollato di luce e di tenebra, un abisso di sentimenti, un ascolto profondo dei tanti volti che incontrano quel povero crocifisso che passa. La nostra vita. Mi ritrovo in loro, sento scritti nel diario della vita i rinnegamenti di Pietro e il tradimento di Giuda. Mi ritrovo nelle pretese dei religiosi e nei sorrisi sarcastici e violenti dei soldati. Mi rivedo nel volto inquieto di Pilato e in quello aggressivo di chi vorrebbe tirar fuori una spada, per mettere ordine. Ma incontro soprattutto piccolissimi gesti di cura che mi rallegrano il cuore. Un uomo che piange le lacrime per un'amicizia tradita, un cireneo che è costretto a scombinare i propri piani per offrire un sostegno, delle donne che accarezzano un condannato a morte, un ladro che da una croce all'altro mendica "Ricordati di me", un capo che sente di aver condannato un innocente, un altro che presta la propria tomba. Esiste ancora la pietà, esiste la coscienza, esiste un gesto di gratuità, esiste ancora la misericordia, esiste l'umanità, esiste una carezza, esiste il Perdono. Grande scuola di umanità, la Croce. Scuola necessaria ai nostri giorni, a questi giorni violenti e secchi. Un legno verde sta mettendo un germoglio. Laddove si grida: morte! il silenzio porta un vento di vita. Sono giorni santi, giorni belli come non mai, giorni di riti e di gesti nobili e immensi, giorni da non distrarci. Ricordati di me: come ladri di misericordia, da queste croci quotidiane alla sua croce, anche per noi questa parola. Ricordati di me, sussurra Lui al nostro cuore, a fil di voce. |