Omelia (17-04-2025)
Omelie.org (bambini)


Cari bambini e bambine, ragazzi e ragazze, ben trovati. Oggi inizia il triduo Pasquale. Già domenica scorsa, la Domenica delle Palme, siamo entrati nella Settimana Santa: la nostra Pasqua è già iniziata, ma in questi tre giorni raggiunge il suo culmine. Se ci fate caso, sono giorni intensissimi in cui si va a messa quotidianamente, perché in questo periodo ogni attimo è importante. Per chi vive la Pasqua in parrocchia, sono giorni molto impegnativi e tutta l'organizzazione della famiglia gira intorno a questi appuntamenti. Ho sempre pensato che questa frenesia richiami proprio la frenesia dei giorni dei processi a Gesù: è stato arrestato, portato in prigione, ha subito due processi, torturato e poi condotto sul Golgota. Recenti ricerche storiche dicono che addirittura la Pasqua di Gesù a iniziata dal martedì, per poi morire il venerdì pomeriggio, ma credo che la cosa più importante sia che in quei giorni c'è stata un'agitazione e una tensione che in qualche modo noi possiamo rivivere nel partecipare a queste celebrazioni: dalla lavanda dei piedi alla visita ai santi sepolcri, la messa del venerdì sera col bacio della croce, la via crucis e, poi, la preparazione di tutto il sabato alla Veglia Pasquale che culmina nei festeggiamenti della Domenica. Tuttavia, adesso concentriamoci sul primo passo del Triduo Pasquale. Veniamo dalla messa delle Palme: abbiamo già ascoltato quindi il vangelo della passione. In qualche modo ci hanno fatto uno spoiler di quello che andremo a vivere: è come se fossimo stati preparati alla Settimana la Santa. Dal giovedì, cominciamo a partecipare ad ogni singolo momento: è come se stessimo lì con Gesù.
Mi colpisce che nella Prima Lettura, tratta dall'Esodo, si danno le indicazioni per festeggiare la Pasqua ebraica iniziano con lo specificare quel momento come il primo mese dell'anno: la nostra vita ha origine da questo momento. Tutto inizia e finisce con la domenica. L'agnello dici parla l'Esodo è simbolo di mitezza. Ma in questa mitezza ci viene donata completamente: con l'eucaristia noi diventiamo un tutt'uno con Gesù. Potremmo azzardare un paragone: gli ebrei mangiano l'agnello, ma il nostro Agnello, cioè Colui che toglie i peccati del mondo, è Gesù e con l'eucarestia noi diventiamo un tutt'uno con Lui, cioè Gesù vuole entrare fisicamente dentro di noi. Questo significa che noi siamo amati e resi santi per la volontà misericordiosa di Dio e per mezzo di Cristo: non esiste legge, usanza o regolamento, che ci dice cosa dobbiamo essere o come dobbiamo comportarci. Ma ci viene rivelato che noi esistiamo perché veniamo dall'Amore di Dio: viviamo e cresciamo dentro questo Amore e possiamo scegliere come comportarci in base a questa Verità, con la sicurezza che nulla ce lo potrà mai togliere perché Gesù ce l'ha donato una volta e per sempre. Quando qualcuno di voi compie qualche marachella e i genitori si arrabbiano, anche se vi mettono in punizione una cosa è certa: il loro amore per poi non viene mai meno e spesso quella punizione è proprio per il vostro bene. Questo è quello che fa Dio con noi, perché ci ha creati ha iniziato ad amarci ed ora non può più smettere di farlo.
Infatti, nel Salmo, diciamo che "preziosa è agli occhi del Signore la morte dei suoi figli" cioè la morte che è il nostro momento finale, ma rappresenta anche tutti i momenti di difficoltà che abbiamo, è importantissima per Dio. Per capire questa cosa, dobbiamo parlare un attimo di Santa Madre Teresa di Calcutta. Lei si occupava di dare dignità ai poveri moribondi della sua città. Tutti la prendevano per pazza perché sprecava un sacco di soldi, tempo e fatiche per qualcuno che tanto, di lì a poco, sarebbe morto. Ecco, Dio fa questo e anche di più: se si interessa all'ultimo momento, quando ormai è tutto finito, tanto più si preoccupa di quello che c'è prima.
Nella Prima Lettera ai Corinzi, San Paolo fa un richiamo all'eucarestia, parlandoci di due cose in particolare. Innanzitutto l'eucarestia è la Nuova Alleanza cioè, come gli ebrei avevano il simbolo dell'agnello, noi abbiamo il simbolo di Cristo: quell'eucarestia viva e vera dove veramente è presente Cristo e con la quale veramente, ogni volta che la Chiesa prega, ci uniamo completamente a Lui. Ma questa eucarestia ci permette anche di stare in comunione con l'Assemblea Celeste cioè noi siamo uniti, non solo ai fratelli che sono presenti in quel momento in chiesa, non solo a Gesù, ma anche a tutti coloro che già si trovano al cospetto di Dio. Mi riflettere che san Paolo richiami le parole di Cristo quando dice: "ho tanto desiderato fare con voi questa Pasqua". Gesù desidera tanto stare con noi come quando noi abbiamo il desiderio di stare con gli amici. Ma se Gesù, che è il figlio di Dio decide di stare con noi, è perché gli piace stare con noi e ciò significa che veramente per Lui noi siamo qualcosa di molto speciale!
Mi colpisce anche una frase che dice Giovanni nel suo Vangelo quando, descrivendo la scelta di Gesù, asserisce: "li amò fino alla fine". Questo ‘fino alla fine' dice che Gesù ci ha amato completamente, senza risparmiarsi nulla ed è per questo che noi oggi possiamo amare: proprio perché siamo stati amati prima da Lui. Cristo ci ama completamente, tutti. Ha lavato i piedi anche a Giuda. Ha amato e servito anche colui che, sapeva, lo stava per tradire. Pietro, all'inizio, non vuole farsi lavare i piedi perché è scandalizzato da questa volontà di Gesù è scioccato da quanto il suo amore sia grande. Molto spesso anche noi ci irrigidiamo davanti a questo dono e finiamo per rifiutarlo, perché il problema è che questo Amore è talmente grande che non rientra nella nostra ragione umana e quindi lo si può solo raccogliere, senza comprenderlo. Un'altra frase molto interessante è una riflessione di Gesù che Giovanni ci riporta dicendo: "sapendo che il Padre gli aveva dato tutto". Spesso pensiamo di essere noi, ed esclusivamente noi, gli autori della nostra vita. In effetti, con la nostra creatività partecipiamo al progetto di Dio, ma se conosciamo dalla sua dinamica di Amore ci dimentichiamo che quello che abbiamo è un dono. Perciò, quando ci capitano le cose brutte diciamo che non ce le meritiamo. Tuttavia credo che in realtà il nocciolo la questione sia proprio questo: Gesù sapeva che stava per affrontare qualcosa di terrificante, eppure non si è tirato indietro perché sapeva che il senso, il significato, il fine è ultimo di quello che viveva era l'amore che ha per noi. Quindi anche le cose brutte della nostra vita in realtà hanno motivo nell'amore. Sono come dei regali, incartati male.
Queste letture ci introducono in questo dinamismo di amore è servizio che per noi possibile solo grazie allo Spirito Santo. Ma ci dicono anche qual è la misura dell'Amore: un Amore senza misura.