Omelia (19-04-2025) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
LE STORIE D'AMORE NON FINISCONO MAI (Luca Carboni) I. Una delle canzoni d'amore più belle, secondo me, è quella di Luca Carboni, dal titolo "Le storie d'amore". È un brano che parla della forza dell'amore che non si spegne, nemmeno quando una storia sembra finita. Il testo è fatto di immagini delicate, ma profonde: ricordi che rimangono impressi, ferite che non si cancellano, emozioni che tornano. Luca Carboni canta: "Non si può cancellare niente / Tutto viene registrato / Dalla mente, dalla mente mia / Dai cuori no, non si va più via...". E poi, con dolcezza e malinconia ripete più volte: "Ah... ma le storie d'amore / No, non finiscono mai". È per questo che può dire: "Non smetterò di amarti mai / Di cercarti all'improvviso / Di incontrarti nel mio passato...". Perché ci sono amori che non escono dalla mente e non si staccano dal cuore. Sono scatole perfette, dice, dove tutto resta. II. Se quella di Carboni è una delle canzoni d'amore più belle, la storia d'amore più bella di tutte - lasciatemelo dire - è proprio quella che celebriamo stanotte. Se il Giovedì Santo è stata la notte dei tradimenti, la notte di Pasqua è la notte dell'amore. Nei giorni della Passione abbiamo visto fin dove è arrivato l'amore di Gesù. Tradito, abbandonato, insultato, percosso... eppure non ha mai smesso di amare. Perché anche Lui sa che "le storie d'amore non finiscono mai". Se una storia finisce... forse non era mai davvero cominciata. L'unico vero ostacolo all'amore era la morte. Se la morte avesse avuto l'ultima parola, allora l'amore sarebbe stato solo un'illusione. Per questo Gesù doveva morire la morte. Perché solo così l'amore potesse non finire mai. Le donne, innamorate di Gesù, vanno al sepolcro per ungere il corpo dell'Amato, ma nel fondo del cuore sentono che non può essere finita lì, non può terminare tutto in una tomba. Anche loro credono fermamente che "le storie d'amore non finiscono mai". Infatti, quando viene chiesto loro: "Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?", non si stupiscono troppo. Nel cuore, lo sapevano già. Pietro e Giovanni, ricevuto l'annuncio, non ridicolizzano le donne, ma si mettono a correre. Perché anche loro, dentro di sé, sentono che non poteva finire così. Dopo aver iniziato la più bella storia d'amore della loro vita, non poteva finire tutto in quel modo. Anche loro sapevano che "le storie d'amore non finiscono mai". III. Per concludere. In diverse interviste, Luca Carboni ha parlato della sua fede. Ha raccontato di venire da una famiglia religiosa: "Mia mamma mi ha aperto una grande finestra sul divino, che ogni tanto si spalanca da sola". Una finestra sul divino che lo ha accompagnato anche nei momenti duri della vita, come la malattia. La sua fede si riflette anche nella sua musica: nella canzone "Provincia d'Italia" ha inserito il Padre Nostro, unendo il pane quotidiano materiale... a quello spirituale. La sua canzone "Pregare per il mondo" è una specie di salmo urbano, una riflessione poetica e spirituale, un invito a pregare per le ingiustizie, le ferite del mondo e le fragilità umane. Anche la pittura è diventata per lui una forma di fede. Ha detto: "La pittura testimonia il mio rapporto stretto con la fede: la vivo, la ricerco, la racconto". E forse solo chi ha cercato la luce anche nei giorni bui, e crede che la vita continua dopo la morte, poteva arrivare a questa intuizione profonda. Celebrare la Pasqua, in fondo, è credere come Gesù, come le donne al sepolcro, come Pietro e Giovanni e si, come Luca Carboni, che davvero "le storie d'amore non finiscono mai". |