Omelia (12-03-2006)
padre Paul Devreux
Commento Marco 9,2-10

"Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti."

Con la trasfigurazione i discepoli, che erano diventati critici nei confronti di Gesù perché non accettavano i suoi discorsi sua Passione, si riconvincono dell'autenticità del maestro; ma questo discorso sulla risurrezione continua a lasciarli perplessi.

Il motivo è semplice: come si fa a credere in una cosa che non è mai successa? D'altra parte, come si fa a capire il messaggio di Gesù che rivela un Dio che ci ama, senza prima affrontare il problema della morte. Come si fa a credere nella bontà di un creatore, se ci da solo una vita a termine.

I discepoli si sarebbero accontentati di un messia glorioso, che li avrebbe aiutati a vivere bene, accettando la morte con rassegnazione, perché l'uomo ha in sé il desiderio dell'immortalità, ma come si fa a crederci.

Due sono le vie possibili: o Dio elimina la morte, rendendo questo pianeta rapidamente sovrappopolato e quindi invivibile, o ci promette un'altra vita dopo la morte, in una dimensione diversa. Questa era la speranza dei Farisei, ma non aveva nessun fondamento e i Sadducei li contestavano.

Dio, tramite Gesù, fa questa promessa all'uomo, ma per dimostrarne l'autenticità era necessario che Gesù si sottomettesse alla morte per poi risorgere e manifestarsi come tale.

Solo dopo avere vissuto e mangiato con Gesù risorto, i discepoli si convinsero che Gesù è risorto e che avrebbe risuscitato anche loro. Questo diede loro la forza dell'annuncio e della testimonianza fino al martirio. Le promesse e i discorsi di Gesù prima della sua morte non bastarono per convincerli, perché è forte la convinzione che la morte è invincibile.

Oggi contempliamo Gesù trasfigurato, primizia di una vita e di una dimensione diversa, e preghiamo il Signore affinché aiuti anche noi a credere nelle sue promesse.