Omelia (12-03-2006)
Omelie.org (bambini)
Commento Marco 9,2-10

* C'era una volta un bambino che si chiamava "Accio"... In verità erano stati i suoi amici amici a chiamarlo simpaticamente così, perché il vero nome di Accio era un po' bruttino e a lui non piaceva per niente. La mamma di Accio si chiamava "Nervosa" e il suo papà "Scontento". Prima ancora che Accio nascesse i suoi genitori non facevano altro che litigare.

* La mamma era sempre più Nervosa ed il papà sempre più Scontento. La mamma diceva: "Possibile che non ti venga in mente uno straccio di nome da dare a tuo figlio?". Il papà rispondeva: "Visto che il nostro matrimonio è diventato uno straccio, chiamalo "Straccio", a me non importa"! E fu così che il protagonista della nostra storia, pur non avendo colpa di nulla, si trovò a nascere nel bel mezzo di una guerra tra il papà e la mamma che, per ripicca l'uno verso l'altro, gli diedero nome Straccio, "Accio" per gli amici, appunto.

* Accio era un bambino buono, ma anche molto nervoso e scontento. Voleva divertirsi con i suoi amici ma dentro di sé c'era sempre una nascosta tristezza a motivo dei suoi genitori. E come se non bastasse, Accio si sentiva in colpa.. in colpa perché credeva di essere la causa dei loro litigi; in colpa perché non riusciva a fare niente per loro; in colpa perché pensava di non essere come i suoi genitori volevano.

* Quando i genitori si separarono, Accio si sentiva davvero uno straccio. Aveva fatto di tutto per tenerli uniti e attirare su di sé un po' di attenzione: andava male a scuola, faceva la pipì a letto, combinava qualche disastro in casa, si era fatto male con la bicicletta.. Niente! Non era servito a niente. Per fortuna c'erano i sui nonni! Con loro passava molto tempo e con loro si sentiva bene, perché si sentiva molto amato e importante. La nonna era molto religiosa e ci teneva molto che lui imparasse a dire le preghiere. Prima di andare a letto gli leggeva una storia presa dal Vangelo e Accio si addormentava sereno, senza fare i suoi soliti brutti sogni.

* Una sera la nonna gli lesse questo episodio: Gesù si trasfigura davanti ai suoi discepoli. "Cosa significa, nonna, che Gesù si "trasfigura"?". "Significa che Gesù diventa luminoso come il sole" -rispose la nonna - "Gesù fa vedere ai discepoli la sua natura divina"... "Vuoi dire che Gesù si trasforma?". "No, Gesù non si tras_forma.. Uno si trasforma quando diventa un'altra cosa da quello che era prima! Gesù, invece, si tras_figura.. cioè fa vedere qualcosa di sé che c'era già prima, ma che i discepoli non riuscivano a vedere. Gesù fa vedere la realtà nascosta dentro di sé.. Gesù è sempre lo stesso ma i discepoli ora riescono a vederlo in un'altra luce, cioè nel modo più bello e più vero".

* "Accident_accio!" rispose Accio.. che rimase molto colpito da questo episodio. Quella sera, prima di addormentarsi, pregò così: "Gesù, dammi la capacità di vedere la luce nascosta dentro le persone.. Fammi vedere le situazioni tristi in una altro modo: nel modo più bello e più vero".
E Gesù lo accontentò. Accio cominciò a vedere che dietro i litigi di mamma e papà era nascosta la luce di un grande amore. Accio capì che i suoi genitori lo trascuravano perché erano troppo tristi, non perché non gli volessero bene. E Accio imparò ad osservarli e ad osservare tutte le persone sotto una nuova luce. Non più al modo di Nervosa e Scontento, ma nel modo più bello e più vero cioè quello dei suoi nonni che si chiamavano Fiducia e Ottimismo.

* Accio si mise le scarpe di suo nonno, il vestito di sua nonna, si tinse il naso di rosso, si mise della paglia tra i capelli e divenne Pagli_Accio. Imitava i dispetti che si facevano i genitori e li fece ridere così tanto, ma così tanto, che i genitori videro il loro comportamento sotto una luce nuova. Si ritrovarono l'uno fra le braccia dell'altro senza neanche chiedersi scusa o stabilire chi avesse ragione e chi torto. Accio divenne un grande personaggio di un circo molto famoso. Soprattutto quelli che erano tristi, nervosi o scontenti, dopo averlo visto uscivano ridendo. E ridendo vedevano se stessi e la vita in un altro modo. Una strana, misteriosa, luce fu sempre vista in quel circo, dentro gli occhi di un pagliaccio che, come fa lo straccio, era capace di trasfigurare la tristezza della vita.

Commento a cura di don Giampaolo Perugini



Avete presente una galleria?
Non so avete mai viaggiato in autostrada e vi sia mai capitato di attraversarne una...
Probabilmente si.
Chi vuole descrivere come è fatta una galleria?

(veicolare il discorso facendosi dare alcune caratteristiche ma concludere che alcune sono molte lunghe e spesso non si vede da subito la fine)

Alcune addirittura sono molte lunghe, talmente lunghe che una volta entrati non si vede da subito la via d'uscita. Si ha l'impressione di trovarsi bloccati e senza la possibilità di uscire.

A Gesù sta succedendo qualcosa di simile.

Anche lui è in viaggio. In viaggio verso Gerusalemme, dove sa che lo aspettano i suoi nemici che lo vogliono uccidere. Lui sa che lì a Gerusalemme avrebbe sofferto molto.

Soffrire è come attraversare una galleria molto lunga: si conosce l'inizio ma non si vede la fine e spesso non si capisce il motivo di tanta sofferenza.

L'episodio della trasfigurazione, che oggi abbiamo ascoltato nel vangelo, ci ricorda invece che non è così: che le cose brutte della vita, hanno un limite e non durano per sempre.
Che la morte non può vincere contro Gesù, perché lui è più forte!
La trasfigurazione ci dice proprio questo: di ogni galleria c'è sempre la fine e il dolore non ha l'ultima parola. La sofferenza che Gesù stava per affrontare sfociava nella risurrezione. Gesù sarebbe morto ma noi sappiamo che è risorto.

La trasfigurazione preannuncia agli apostoli tutto questo: ecco perché la trasfigurazione è un anticipo della risurrezione.

E noi? Cosa possiamo imparare da questo episodio così importante della vita di Gesù?
Cosa Gesù vuole insegnarci, in questa domenica?

(vediamo chi sa darmi una risposta: favorire il dialogo per verificare se è passato il messaggio)

Possiamo quindi concludere che Gesù ci invita
- a non scoraggiarci di fronte alle difficoltà
- a comprendere che tutti i momenti brutti che ci possono capitare hanno un senso
- ad essere suoi amici perché con lui saremo più forti delle cose brutte della vita

Ecco la bella notizia che Gesù ci dice oggi: se stiamo con Lui, saremo più forti del dolore.

Commento a cura di Quintino Venneri