Omelia (08-04-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Ed ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunciare con tutta franchezza la tua Parola.

Come vivere questa Parola?
Questa pericope racconta ciò che è seguito al momento in cui Pietro e Giovanni vengono riconosciuti dai capi "per coloro che erano stati con Gesù". Avendo ottenuto, nel suo nome, la subitanea guarigione dello storpio, i due apostoli vengono proclamando Lui al popolo. E' questo che i capi non sopportano. E' per questo che ordinano loro di "non parlare più a nessuno nel nome di Lui". E quello che replicano i due discepoli splende di una convinzione colma di amore. "Noi – dicono - non possiamo tacere ciò che abbiamo visto e ascoltato". Certo, non è che le acque fossero calme in città, nei riguardi di Pietro e Giovanni. Tutt'altro! Le minacce pendevano come spade di Damocle sul loro capo. Ma quello che essi chiedono a Dio è di concedere loro "la franchezza" dell'annuncio. Questa parola ritorna per ben tre volte in poche righe. E proprio questa franchezza (="parresia") è la forza dell'identità cristiana nella Chiesa nascente. Che ne è di questa "franchezza"? oggi possiamo chiederci noi, cristiani del terzo millennio.

Nel mio rientro al cuore cercherò di discernere se ho il coraggio di agire e parlare in qualsiasi ambiente nel nome di Cristo e di manifestare apertamente la mia appartenenza a Lui. Sono forse di quelli che, dentro un diffuso secolarismo, annacquano la loro fede, colorando il loro dire e il loro agire di soli valori pseudo-umani? Agisco e parlo con la "parresia" folgorante di uno che ha in cuore il Signore o sono un bravo uomo, una donna magari generosa con la mente arredata di filantropia, psicologismo e sociologismo?

La voce di un giornalista
Fossi un vero cristiano, non sarei così muto. Saprei cosa dire.
Luigi Accattoli