Omelia (19-03-2006)
don Marco Pratesi
Il tempio puro

Il Vangelo ci presenta Gesù che caccia i mercanti dal tempio di Gerusalemme. Egli non ricopre nessun ruolo nella gerarchia religiosa del tempio, ed è naturale la domanda dei giudei: "quale segno tu ci dai per poter fare una cosa del genere?" Non avendo alcun incarico, egli deve essere accreditato da Dio come suo inviato mediante un segno .
La risposta di Gesù dà la chiave di lettura dell'intero episodio: "distruggete questo tempio e lo risusciterò in tre giorni". Egli, spiega Giovanni, sta parlando del suo corpo. Il tempio è lui stesso, la sua persona crocifissa e risorta. Ecco la novità grande: il tempio, il luogo dove Dio si fa presente e dove l'uomo può incontrare Dio, è Gesù, il crocifisso vivente.
È un tempio totalmente puro, dove non c'è mercato, ma gratuità, grazia. Gesù infatti vive, sia col Padre suo che con i suoi fratelli, non la logica mercantile del do per avere, ma la gratuità e la libertà dell'amore autentico. E ama sino al culmine, sino al massimo possibile, dà la sua vita per gli amici.
A tale proposito dopo la sua risurrezione, gli apostoli illuminati dallo Spirito Santo che dava in loro testimonianza a Gesù, ricordarono (espressione forte in giovanni) il versetto di un salmo: "Lo zelo della tua casa mi divora". Si tratta si una citazione del salmo 68 (v. 9), un salmo dove si allude molto chiaramente alla passione: "mi hanno dato fiele per cibo, e nella mia sete, aceto da bere" (v. 22, cf. Mt 27,33). In altre parole, i discepoli hanno capito che questa passione di Gesù per la casa di Dio si è espressa nella sua passione: soffrendo, morendo e risuscitando, egli ha costruito la nuova casa di Dio, il tempio nuovo e indistruttibile. D'ora in poi, si avrà accesso al Padre "in Cristo", stando in lui come in un tempio. È la struttura di tutta la vita cristiana: "Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo".
Ecco il nostro impegno: chi vuole entrare nel tempio di Dio, deve entrare in Gesù. Deve entrare animato non dallo spirito mercantile, ma dallo Spirito di Gesù, lo Spirito dell'amore gratuito per Dio e per i fratelli. Anche noi dobbiamo cacciare i mercanti dal tempio: rifiutare tutte quelle forme di religiosità che sono, più o meno apertamente, un modo per aprire con Dio un conto di dare e avere. È tipica della religiosità naturale l'idea del contratto, del dare qualcosa a Dio per avere in cambio il suo favore. Si vede Dio come un potente di questo mondo che vuole essere servito, che ha bisogno del mio sacrificio. Dio allora è strumentalizzato, messo a servizio del mio progetto; solo che per riuscire a fare questo devo sottomettermi, cedere qualcosa.
La liturgia quaresimale ci invita a cacciare i mercanti dal tempio: in Gesù tutto questo è abolito. In lui siamo amati gratuitamente e possiamo rinunciare ai nostri dannati calcoli - sempre continuamente rinascenti sotto forme nuove e inaspettate - per rispondere con la libertà dell'amore.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci introduca nel vero tempio, Cristo, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
In comunione con Gesù e stando in lui, vero tempio, preghiamo il Padre: