Omelia (16-03-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Maledetto l'uomo che confida nell'uomo [...] e dal Signore allontana il suo cuore[...]. Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia.

Come vivere questa Parola?
Il profeta Geremia ovviamente non vuole formarci alla reciproca diffidenza. Tutt'altro! Vuol fare chiarezza. La tentazione di allontanare il nostro cuore da Dio presumendo di poterci gestire e salvare in autonomia è una tentazione sottile e sempre presente. Anche per quelli che conducono una vita buona, dentro i parametri della legge di Dio. Sì, si fanno le cose che si devono fare, travolti dalla corsa assillante del tempo. La preghiera, se c'è, è affrettata e priva di quella partecipazione consapevole che viene dal pregare non solo con le labbra ma col cuore. E dentro le varie attività è più in gioco la gloriuzza dell'ego che la sincera ricerca della gloria di Dio e il bene, il vero bene dei fratelli. La conversione del cuore, questo aspetto fondamentale della quaresima è qui: giocarsi dentro l'impegno a solidarizzare con chi è nel bisogno: bisogno di comprensione, di aiuto, bisogno di uno sguardo amorevole, di un sorriso, di un mio dono, frutto di una mia rinuncia. E tutto questo avvalendosi certamente di mezzi umani, senza però ritenerli l'indispensabile sostegno che è solo Dio.

È sulla forza che mi viene dall'amore di Gesù crocifisso e risorto che oggi rifletto in quiete contemplativa. È dunque una presenza d'amore a cui mi rifaccio continuamente nel mio progettare e operare il bene? O Gesù rimane emarginato, quasi uno stereotipo religioso di cui, in sostanza, non faccio affidamento?

Signore Gesù, che in questo tempo forte di quaresima la Chiesa più che mai m'incoraggia a contemplare, approfondisci e rendi vero in me l'atteggiamento della piena fiducia in te e nel Padre e nello Spirito Santo.

La voce dei primi secoli
Dio, che in passato ci mostrò l'impotenza della nostra natura per raggiungere la vita, e nel presente ci mostra il Salvatore che è in grado di salvare tutti, vuole che noi – per queste due prove - ci fidiamo della sua bontà, e lo riteniamo nostro sostentatore, padre, maestro, consigliere, medico; nostra luce, nostra mente, nostro onore e gloria, nostra forza, nostra vita, sicurezza per il cibo e il vestito.
Discorso a Diogneto