Omelia (19-03-2006)
padre Antonio Rungi
Cristiani osservanti e missionari del Crocifisso

La parola di Dio di questa terza Domenica di Quaresima ci offre vari motivi di riflessione, a partire dalla prima lettura, tratta dal Libro dell'Esodo, ove leggiamo la consegna da parte di Dio a Mosè delle Tavole della Legge, ovvero dei Dieci Comandamenti, per poi concentrarci sul mistero di Cristo Crocifisso, così come viene presentato dall'Apostolo Paolo nella seconda lettura di oggi, tratta dalla 1 Lettera ai Corinzi, fino a soffermarci in modo particolare sul testo del Vangelo di Giovanni, che ci presenta Gesù alle prese con i venditori del tempio che con modi severi caccia appunto dalla casa di Dio.
Meditare su questi testi è un arricchimento spirituale e morale per tutti.
Partiamo dal Libro dell'Esodo: "[In quei giorni, Dio pronunziò tutte queste parole: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me.] Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi. [Non pronunzierai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronunzia il suo nome invano. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo:] sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro. [Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio. Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non pronunziare falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo".]
Queste norme divine, che attingono in buona parte all'etica naturale, rimangono ancora valide e ad esse si ispira l'agire morale sia degli ebrei, che dei cristiani, ovvero di quei fedeli che riconoscono l'Alleanza sinaitica e da essa traggono vigore e motivi per agire bene nel mondo. Alla validità delle norme non corrisponde, oggi come nel passato, una risposta morale adeguata. Tutti i comandamenti di Dio sono violati a livello personale o a livello sociale. Da qui il male nel mondo e nella società, le cattiverie e le perversioni di ogni genere, la distruzione dei valori fondamentali della persona, della società e delle istituzioni ad iniziare dalla famiglia, per poi passare al mancato rispetto della vita umana, della verità, dell'onestà, della fedeltà. Valori che la Parola di Dio di oggi ci ripropone quasi a ricordarci che dobbiamo fare uno sforzo personale e comunitario per metterci in sintonia con la volontà di Dio e con quanto egli ha rivelato per il nostro bene e la nostra salvezza temporale ed eterna.
Nel brano del Vangelo di Giovanni troviamo altri motivi per scegliere la via di Dio, come via di liberazione e di salvezza. Il richiamo alla distruzione del tempio e alla sua ricostruzione in tre giorni fa' chiaro riferimento, come lo stesso evangelista commenta, alla morte e alla risurrezione di Gesù. L'episodio della cacciata dal Tempio di Gerusalemme dei commercianti e venditori conferma questa speciale attenzione di Gesù alle cose di Dio e come egli si preoccupi di trasmettere ai suoi coetanei il rispetto del sacro e di ciò che appartiene in modo del tutto singolare a Colui che è l'Autore di tutto. "Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: "Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato". I discepoli si ricordarono che sta scritto: ''Lo zelo per la tua casa mi divora''. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: "Quale segno ci mostri per fare queste cose?". Rispose loro Gesù: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". Gli dissero allora i Giudei: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?". Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome. Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro, egli infatti sapeva quello che c'è in ogni uomo".
Come è facile intuire, Giovanni nel suo Vangelo ha uno scopo ben preciso: quello di suscitare in chi legge la fede in Gesù Cristo, unico salvatore del mondo. Tutta la struttura narrativa e, parimenti, teologica del Vangelo ci immette in questa esperienza di fede che, man mano che ci accostiamo alla persona di Cristo attraverso il filtro dell'Apostolo prediletto, quale fu Giovanni, meglio conosciamo il Signore e più intensamente lo amiamo.
Questo amore poi è richiesto di manifestarlo apertamente nella lettera di San Paolo Apostolo che leggiamo oggi. "Fratelli, mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini".
Qui è il nucleo essenziale del primo annuncio, che è incentrato sul mistero del Cristo crocifisso e risorto per noi. Il cristiano non deve scandalizzarsi del suo Maestro morto sulla croce, vittima innocente ed agnello immolato per i peccati dell'umanità. Il suo vero motivo di santo orgoglio è proprio quel Cristo Crocifisso, Figlio di Dio, che per amore dell'umanità accetta di andare fino in fondo nella sua missione di redenzione dell'uomo, salendo il Calvario ed offrendo la sua vita sulla Croce. Questo amore trafitto deve essere annunciato al mondo intero, perché nella Croce di Cristo si rivela la vera grandezza di un Dio che ama fino ad offrire per noi il suo Figlio.
Insegnamenti di vita che ci aiutano in questo tempo di preparazione alla Pasqua a recuperare la vera dimensione del pellegrinaggio quaresimale che è un cammino di conversione ponendoci umilmente ai piedi del Crocifisso. Conversione che passa anche attraverso il recupero di uno stile moralmente credibile che consiste nell'osservanza dei comandamenti di Dio, che sono via certa alla libertà vera e alla santità personale.