Omelia (02-04-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Gesù disse ai Giudei: "Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché conosciate e cominciate a comprendere che il Padre è in me e io nel Padre" Come vivere questa parola? "Tu che sei uomo ti fai Dio!": ecco il capo d'accusa mosso a Gesù dai capi dei Giudei che gli si oppongono perché non credono né alle sue parole né alle sue opere. Si scatena in proposito un'acre controversia che s'acuisce fino a mutarsi in reiterato tentativo di lapidarlo. In questo contesto, Gesù invita i suoi avversari a scavare dentro la verità racchiusa nelle opere che Lui compie, perché possano credere che queste sono le opere del Padre suo e che, in quanto tali, testimoniano che il Padre è in Lui e Lui nel Padre. In tal senso fa quasi un appello accorato, affinché non si chiudano nell'ostinazione: "Credete alle opere, - dice - così che conosciate e cominciate a comprendere". Fermiamoci un momento su questi due verbi: 'conoscere' e 'cominciare a comprendere'. In realtà, nel testo originale, è usato un solo verbo, ghinôskō, in due tempi: l'aoristo e il presente. Non casualmente! Perché il primo indica una conoscenza iniziale, incipiente, e il secondo esprime invece l'approfondimento continuo e perseverante della conoscenza stessa. C'è dunque, rispetto a quanto Gesù compie, anche nella nostra vita, un dinamismo di conoscenza che, partendo da un'intuizione iniziale, dono gratuito di Dio, via via scava in profondità sino a giungere sulla soglia del Mistero che, pur trascendendoci, lascia trasparire qualcosa di sé. A questa esperienza spirituale, Gesù continuamente ci orienta perché la sua Parola, in noi, si faccia carne e ci trasformi sino a farci percepire come rivolte a noi le parole del salmo 82: "Io ho detto: voi siete dei, siete tutti figli dell'Altissimo". Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò al Signore luce e forza di Spirito Santo perché il cuore e la mente siano sempre orientate verso la conoscenza di Dio, come piena esperienza d'amore, in nuzialità fedele e intima amicizia. Farò mia questa preghiera di san Basilio Magno: Potessimo contemplare a faccia scoperta la gloria del Signore per essere anche noi trasformati di gloria in gloria, per grazia del Signore nostro Gesù Cristo al quale sia gloria e forza nei secoli dei secoli. Amen. La voce di una santa mistica del XX° secolo Una lode di gloria è un'anima di silenzio che si tiene come una lira sotto il tocco misterioso dello Spirito Santo, affinché Egli ne faccia uscire armonie divine...Una lode di gloria è un'anima che fissa Dio nella fede e nella semplicità, è uno specchio che riflette in tutto ciò che Egli è. S. Elisabetta della Trinità |