Omelia (05-04-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Maria, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Come vivere questa parola? All'inizio della Settimana Santa è di grande bellezza spirituale la scena di una donna che profonda sui piedi del Signore una libbra (quantità notevolissima!) di unguento profumato assai prezioso. Non con un asciugatoio li asciuga, ma coi suoi capelli. E l'Evangelista osserva che "la casa si riempì del profumo che, evidentemente, s'era effuso tutt'intorno. Il Maestro era stato nella casa ospitale di Betania poco tempo prima, quando aveva strappato Lazzaro dalla morte. E se ne era poi allontanato, dopo la decisione del Sinedrio di ucciderlo (cfr. Gv.11,24). Ora, ritroviamo Gesù in questo luogo dove gli è di conforto il sentimento umanissimo dell'amicizia. Egli non ha certo perso di vista quello che, tra poco, lo aspetta: la passione e la morte. A tal punto che quando, espressione di meschinità e grettezza Giuda interpreta come inutile sciupio l'effusione del profumo sulla sua persona, Egli dice che la donna: "Ha unto in anticipo il suo corpo per la sepoltura". E' dunque uno stimolo importante proprio oggi per noi il gesto di Maria di Magdala in cui fede e tenerissimo amore adorante sono una cosa sola. E' questione di entrarci con tutto il nostro essere per venire noi pure inondati da quel profumo che, in sostanza, è allusivo della gloria di Gesù in quel suo immenso dono d'amore che si appresta a consumare sulla croce. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito di sostare in silenzio adorante visualizzando la scena di Betania. Cerco di vivere la fede e l'amore di Maria di Magdala per entrare più a fondo nel Mistero Pasquale, espressione e sintesi di tutta la Rivelazione dell'Amore di Dio per me, per ogni uomo e per il mondo. Signore, aiutami a respirare il profumo della casa di Betania. Fa' che il mio cuore in esso si apra alla contemplazione all'amore di Te, mia salvezza. Si apra fino a diventare io stesso profumo d'amore, di dono in pienezza. La voce di un Dottore della Chiesa Tardi ti ho amato, Bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato!...Tu eri con me e io non ero con Te... Tu mi hai chiamato e hai vinto la mia cecità; hai diffuso il tuo profumo e io l'ho respirato e ora anelo a te; ti ho gustato e ora ho fame e sete di te; mi hai toccato e ora ardo del desiderio della tua pace. S.Agostino |