Omelia (20-03-2006) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Dare il nome a Gesu' "Non temere di prendere con te Maria", dice l'angelo a Giuseppe. Da lei infatti riceverà Gesù, il Figlio generato dallo Spirito. Questo racconto risponde con chiarezza alle due domande: chi è il Padre di Gesù, e come Giuseppe entra nella sua parentela. Il Cristo è il Figlio stesso di Dio, generato per opera dello Spirito e nato dalla Vergine Maria. Giuseppe diventa suo genitore sposando Maria. In lui vediamo i dubbi e le resistenze dell'uomo ad aprirsi a ciò che è ben più grande di lui. "Giuseppe che era giusto... voleva licenziarla". La fede nella Parola – per Giuseppe l'angelo – stabilisce la parentela tra noi e Dio. Per essa, come Giuseppe, accogliamo colui che ha il potere di farci figli "a quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio". Tutto è lasciato alla nostra responsabilità che ci offre la possibilità di accoglierlo, di ascoltarlo e di rispondergli. L'annuncio a Giuseppe, come quello a Maria, ci dice come Dio entra nella nostra storia. L'accoglienza di Maria, come quella di Giuseppe, ugualmente ci dice come noi entriamo in quella di Dio: lui assume la nostra carne così com'è, noi assumiamo lui così come si offre in Maria. Giuseppe è il discendente di David, cui Dio promise il Messia. Il Figlio di David sarà non solo il Messia promesso, ma lo stesso Signore che promette. Il figlio non nasce da noi: viene dallo Spirito, perché Dio è Spirito. Giuseppe pensa di farsi indietro per discrezione e indegnità. Ma è incoraggiato dall'angelo a prendere la Madre e il figlio. Deve perfino dare il nome a colui che non è suo. E' l'Altro – Cristo Signore - che attende il suo sì per essere suo figlio, il Dio con lui. Giuseppe è presentato d'ora innanzi come colui che ascolta ed esegue la Parola. Giuseppe, ogni credente, – il sognatore – realizza il sogno di Dio: in silenzio adorante, attraverso la fede accoglie il dono del Figlio |