Omelia (13-04-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Giovanni 20,11-18 Dalla Parola del giorno Donna, perché piangi? Chi cerchi? Come vivere questa Parola? Il vangelo odierno torna a presentarci Maria, colei che aveva portato ai discepoli la sconvolgente notizia del sepolcro vuoto. La presenza dei messaggeri celesti, la certezza maturata nel cuore di Giovanni non la rassicurano, non la convincono: vuole il suo Signore e basta! Chiusa nel suo dolore non riesce ad intendere altro. Sulle sue labbra non fiorisce che una domanda: dove lo hanno posto? E Gesù è là. Vuole tirarla fuori dal suo dolore: «Perché piangi? Chi cerchi?». Maria cerca Gesù, non il Risorto. Per questo i suoi occhi restano chiusi e il suo cuore inquieto. È facile per noi, oggi, parlare del Risorto, ma cosa c'è dietro questa parola? Chi cerchiamo? Se il Signore anche per noi deve aggiungere: «Perché piangi?» non è forse segno che pasqua è diventata per noi solo una bella festa, di cui non percepiamo più la sconvolgente portata? Se i nostri occhi non riescono a spaziare su orizzonti di speranza e noi restiamo abbarbicati a un mondo fatto di apparenze, dove conta solo il successo immediato il possesso facile il soddisfacimento sfrenato e dove il dolore resta cupamente chiuso in se stesso, "chi cerchiamo?". Il brano odierno degli Atti dice che all'udire l'annuncio pasquale i Giudei "si sentirono trafiggere il cuore". Che Dio, in Gesù, sia morto e risorto per me, non è normale: è semplicemente sconvolgente. Non posso restare indifferente. Non posso prenderla alla leggera! Se abbiamo il coraggio di rientrare in noi stessi e di sostare in silenzio presso "la tomba vuota" del nostro cuore, forse potremo nuovamente percepire il nostro nome sussurrato con infinita tenerezza da Colui che da sempre ci abita. Ascoltiamone il dolce rimprovero che ci invita a una fede robusta, capace non solo di riconoscerlo nella trama del nostro vivere, ma anche di lanciarci in un rinnovato e deciso impegno di testimonianza. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi chiederò che senso abbia per me la Pasqua. Verificherò i miei atteggiamenti, le mie reazioni di fronte alla prova, le mie valutazioni pratiche. Tutto questo dice che per me Lui è risorto? Rafforza la mia fede, Signore! Che il mio credere non sia un'adesione astratta a verità che non toccano la mia vita, ma una certezza che illumina e dà senso alla mia esistenza. La voce di un biblista francescano La resurrezione di Cristo è, per l'universo dello spirito, quello che fu per l'universo fisico, la cosiddetta "grande esplosione" iniziale. Essa è l'attimo in cui la morte si trasformò in vita e il tempo in eternità. Padre Raniero Cantalamessa |