Omelia (26-04-2004)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Questa è l'opera di Dio: credere in colui che Egli ha mandato.

Come vivere questa Parola?
Il vangelo odierno ci coinvolge nell'entusiasmo che afferra le folle sfamate prodigiosamente da Gesù. Quante volte, anche noi, abbiamo sperimentato momenti di luce particolare in cui ci è sembrato quasi di palpare il divino. Dio era lì, a portata di mano e noi lo percepivamo, sia pure vagamente. Poi la luce è diventata più ovattata. I problemi della vita ci hanno riafferrato con tutta la loro forza e allora siamo andati altrove in cerca del "pane" che Lui solo può dare. Ai primi discepoli Gesù aveva posto una domanda che velatamente viene riproposta a noi oggi da questo vangelo: "Chi cercate?". Cerchiamo Colui che dà il pane o il pane in se stesso? Cerchiamo Dio o i doni di Dio? Gesù ci mette sull'avviso: "Non cercate il pane che perisce, ma quello che dura per la vita eterna". Sì, lo avvertiamo anche noi: abbiamo fame e sete di ciò che non passa. "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?" è la domanda che affiora, ed esprime in qualche modo il desiderio di impegnarsi. Solo che è posta male, perché l'accento cade sul noi, su quanto "io" posso fare per "meritarmi" quel di più di vita che mi proietta nell'eternità. Mentre si tratta di accogliere l'opera di Dio. Anche il "credere" è dono, un dono che è offerto a tutti, ma che mette radici solo dove trova umile accoglienza. Non solo: credere è affidarsi, senza bisogno di garanzie. La garanzia è Lui stesso, la sua Parola, il suo Corpo donato. No, all'Amore non si può chiedere cauzione. All'Amore ci si abbandona e basta. È questa la fede.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, verificherò la consistenza della mia fede e l'autenticità del mio cercare il Signore. È Lui o i suoi doni che hanno presa su di me? Chi cerco?

Signore Gesù, i tuoi doni mi parlano di te, ma non sono te. Non possono appagare il mio cuore. Ti prego, abbaglia i miei occhi, così che nessun'altra luce possa più attrarli. Sì, mio Signore, te desidero, te cerco, te amo.

La voce di un dottore della Chiesa
Se Gesù avesse voluto mostrarsi a tutte le anime con i suoi doni ineffabili, senza dubbio non ce ne sarebbe stata una sola che l'avrebbe rifiutato. Ma Egli non vuole che l'amiamo per i suoi doni. È Lui stesso che deve essere la nostra ricompensa.
S. Teresa di Gesù Bambino