Omelia (25-03-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Entrando nel mondo Cristo dice: «[...] Ecco, io vengo, per compiere, o Dio, la tua volontà». [...] Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo. Come vivere questa Parola? Può meravigliare questa festa nel cuore della quaresima, quando tutto ci orienta a fermare l'attenzione sull'evento pasquale nel suo duplice movimento di morte e di vita. Eppure vi è un nesso inscindibile tra l'incarnazione e l'"ora" di Cristo. "Entrando nel mondo Egli dice: «Ecco, io vengo per compiere, o Dio, la tua volontà»". Un "sì", quindi, da cui prende il via la vicenda umana di Gesù. Un "sì" che si prolungherà ad abbracciarne tutto l'arco dell'esistenza. Ed è per questo "sì" – ci dice l'autore della lettera agli Ebrei – "che noi siamo stati salvati". Non è la croce, allora, che redime, neppure la croce di Cristo. Essa è e resta un patibolo infame. Ciò che la trasfigura, rendendola preziosa ai nostri occhi, è il "frutto" che da essa pende: Cristo Gesù nel suo "sì" alla volontà salvifica del Padre. E più radicalmente, l'Amore che alimenta lo stesso "sì". L'incarnazione, l'annientamento dei trent'anni trascorsi a Nazareth, i tre anni di vita pubblica, la passione, la morte e la resurrezione non sono che sfaccettature di un unico mistero di amore indicibile. Salvezza è per noi lasciarci raggiungere e coinvolgere in questo vortice, mettendoci sulla stessa lunghezza d'onda del Cristo. Ciò vuol dire ritmare i nostri giorni sull'unica nota del "sì", ma avendo come chiave l'amore. Oggi, nella mia pausa contemplativa, contemplerò Gesù nel suo totale abbandono alla volontà del Padre. Lascerò che il suo "sì" mi risuoni dentro, mettendo in luce eventuali resistenze. Quindi pregherò: Padre, concedimi di essere così intimamente unita a Gesù che la mia volontà si perda nella sua in un unico moto di amore per te e per i fratelli. La voce di un Padre della Chiesa Se ha obbedito il Figlio a fare la volontà del Padre, quanto più non deve obbedire il servo a fare la volontà del Signore! Cipriano di Cartagine |