Omelia (26-03-2006)
LaParrocchia.it
L'Amore non è amato

Si dice, oggi, che la teologia deve diventare 'narrativa' se vuole aiutare gli uomini a cogliere il senso della fede e delle sue proposte.
E 'narrativa' vuol dire che sia capace di raccontare non una serie di principi, accademicamente ben impostati e presentati, ma a raccontare l'agire di Dio, con i suoi frutti e le sue fecondità. Ma ciò non è per nulla facile. La Colletta di oggi, infatti, ci fa' chiedere la 'ricchezza dalla Grazia' del Signore per poter corrispondere a quanto Lui ci indica.
La speranza è questa incrollabile certezza: Dio ci aiuta nel cammino della fede e ci dona di comprendere il cuore di Dio - che emozione intensa e intima! -, desideroso connaturaliter di regalare solo salvezza, perdono, misericordia e mai condanna, sconfitta, sconforto.
Il cuore di Dio: ma com'è? come pulsa? cosa c'è dentro?
E' la ricerca di questa IV domenica di Quaresima. Il cuore di Dio è la storia del Figlio - i figli sono 'pezzi 'i cori', diceva in una sua commedia De Filippo - e questo Figlio ha un nome preciso: Gesù di Nazareth.

DIO HA 'TANTO' AMATO IL MONDO! Il colloquio di Gesù con Nicodemo è di una intimità bellissima. E' come quei colloqui notturni che si fanno con i migliori amici quando il tempo e la voglia te lo consentono e lo desiderano o quando nessuna preoccupazione o frenesia di tempo condiziona la relazione. Si starebbe a parlare per l'eternità!!!
Nicodemo cerca Dio, lui studioso delle cose sacre. Ha talmente capito che il Rabbì di Nazareth ha qualcosa da dire 'in più' su Dio che, alla chetichella, timoroso del giudizio (o delle condanne) altrui, va di notte da lui e si mette in ascolto.
In ascolto di cosa? Semplice e, a dire poco, antico ma mai banale: Dio è solo amore ed è venuto per salvare.
Ha provato a farlo, in questi tempi, dall'alto del suo servizio, Papa Benedetto XVI. Ci aspettavamo un'enciclica programmatica o una sorta di esame di coscienza del nostro tempo; invece, ci ha spiazzato e, quasi in punta di piedi, ha gradito al nostro 'freddo' mondo: Deus caritas est!
La crisi della fede, oggi, è la crisi dell'amore. E quando manca l'amore è solo notte. Tremendamente notte! Sia l'amore che si dona - su quante basi egoistiche abbiamo costruito la vita oggi! - sia l'amore che accoglie. C'è una sorta di paura ad amare sul serio o a ricevere amore. Si nasconde un sospetto: può sempre dare fastidio l'amore, o legare troppo, o togliere le disordinate libertà...
La fede è credere all'amore di Dio, che dona speranza e forza, che non condanna e non schiavizza, che libera e promuove. In una parola: solo l'amore salva!

LA SPERANZA È DENTRO LA STORIA! C'è un popolo infedele le cui infedeltà sono tragicamente in aumento. Nessuno ascolta più Dio e nessuno ascolta più nessuno: ognuno è 'legge' da sé. Il risultato è l'esilio, l'allontanamento dalla terra regalata, l'immersione in un mondo straniero fatto di compromessi e di tradimenti.
Chi ci salverà se abbiamo rinnegato Dio?
Ciro di Persia, un re pagano, concede a Israele di poter partire per andare a costruire a Gerusalemme un Tempio. Meraviglioso! Chi se lo sarebbe aspettato: un pagano che favorisce un culto straniero a lui.
Beh, questa è una bellissima lezione di storia sacra. Dio è provvidenza: se ha deciso di salvare, salva e basta. Le vie e i modi li trova Lui. Noi dobbiamo solo aspettare e non perdere la fede.
Anche oggi siamo senza speranza e sembra che tutto si volga verso il peggio.
Certo, se ci affidiamo agli uomini, allora il pregiudizio è fondato. Se, invece, abbiamo il coraggio della fede e metterci a cercare i segni che Dio ci offre per ritornare a Lui, nella verità e nell'amore, allora andremo convincendoci che, di fronte ai mille 'muri' costruiti nel passato, Dio sa far sbocciare i fiori anche nel deserto.
Dio c'è. E' all'opera. E' provvidenza. Sa come fare a salvare il mondo. Siamo tutti sotto il suo sguardo di amore e di misericordia.
Oggi più che mai occorre ridare speranza all'uomo.
Una domanda, però, incombe: ma l'uomo cerca salvezza? Vuole accogliere l'amore di Dio?

E' TUTTO GRATIS! Quanto ci costa accogliere Dio! Quali opere dobbiamo compiere perché Dio possa trasformare il nostro cuore e salvarci?
Sembra che ci sia da fare una serie di operazioni e di faticacce che generano scoraggiamento.
Paolo, oggi, ci ricorda non tanto l'impegno e il coinvolgimento della nostra libertà (pure necessari!), ma soprattutto il dono gratuito che viene da Dio.
E' come se facesse tutto lui.
Alla fine della vita, sul letto di dolore di un uomo morente, fa sempre tanto senso ascoltare la verifica della propria esistenza con espressioni così vere e belle: in fondo, ha fatto tutto Dio!
La salvezza è gratuità. La salvezza è grazia. La salvezza è dono.
Non c'è da fare altro che contemplare e ringraziare!
All'uomo borioso e autosufficiente del nostro tempo, occorre consegnare questa immagine di gratuità di Dio. Chissà se riesce a convincersi del suo amore!