Omelia (26-03-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce.

Come vivere questa Parola?
L'episodio di oggi si inquadra nel buio della notte, simbolo delle tenebre che ancora avvolgono il mondo, anche se la "luce" (Gesù) è già presente per fugarle. In realtà fin dall'inizio, come documenta Giovanni, si è ingaggiata una lotta tra la luce e le tenebre: "La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta". È il dramma che si consuma nella storia di ieri e di oggi. Su questa realtà non pende minaccioso il giudizio di Dio. Gesù, infatti, non è venuto "per condannare il mondo, ma per salvarlo". Siamo noi che con la nostra ostinata chiusura all'irruzione della luce ci condanniamo a permanere nelle tenebre. Il peccato è castigo a se stesso. A questo punto c'è da chiedersi se la volontaria chiusura alla luce sia un autentico atto di libertà, una scelta lucida consapevole e libera, o non piuttosto l'umiliante asservimento alle pulsioni più oscure che si annidano dentro di noi. Resta il fatto che quando si preferiscono le tenebre è "perché le nostre opere sono malvagie". Il nostro stesso rifiuto diviene, allora, "giudizio" che si ritorce contro di noi. Un vicolo cieco che non offre più alcuna via d'uscita? No! La luce permane oltre le nostre tenebre. Anzi: le ha già vinte! Basta che spalanchiamo le imposte e invaderà gli angoli più reconditi del nostro cuore, inondandolo di gioia. Perché attendere ancora?

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi chiederò onestamente: sono veramente spalancato ad accogliere la luce? Non c'è qualche angolo del mio ego che sottraggo colpevolmente o anche inconsciamente ad essa? Quale?

O Luce che ti irradi sul mondo, Fonte di vita e di amore, Gesù mio Signore, vinci le tenebre che ancora si annidano in me. Voglio in te diventare luce per la gloria del Padre.

La voce di un testimone
Cristo è giustizia e pace. Noi, infatti, abbiamo conseguito per lui la misericordia, e siamo stati giudicati, dopo di essere stati purificati dalle nostre iniquità, in grazia, cioè, della fede in Lui. Colui, infatti, che è la luce per quanti si trovano nelle tenebre e nella notte, anche nella caligine e nelle tenebre dello spirito, Cristo si è fatto per essi luce divina.
Cirillo di Alessandria