Omelia (28-03-2006)
Monaci Benedettini Silvestrini
Sull'istante quell'uomo guari'

Si profila l'evento di morte che concluderà la persecuzione contro Gesù "perché faceva tali cose di sabato". Tutto il racconto è condotto da Giovanni per arrivare al conflitto tra Gesù, che offre guarigione e vita, e i giudei preoccupati solo della scrupolosa osservanza dei precetti. "Si trovava alla piscina di Bétzata un uomo che da trentotto anni era malato, immagine dell'umanità intera. Langue in mezzo a una moltitudine di suoi simili. Sono "ciechi e zoppi", che non hanno accesso al tempio, se non come carne da macello. Erano presso la porta delle pecore, dove si lavavano le vittime per il sacrificio. Sono una massa di dannati, che la legge esclude dalla vita. Ora essi sono il vero sacrificio dell'umanità. In questo carnaio entra la Parola di vita, diventata carne. La casa del Padre suo, sgombrata dal mercato, diviene casa di culto per loro. Gesù, vedendolo disteso, gli domandò: Vuoi guarire?" Ma come? Questo infermo non ha nessuno, sta ai bordi della piscina, senza mai entrarvi nel momento giusto. "Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina". Questo comando di Gesù, rivolto al malato, è il centro del racconto e della disputa accesa che ne è sorta. "Perché è sabato, e non ti è lecito portare il tuo lettuccio". Non importa loro che l'uomo sia risorto e cammini, preoccupati come sono a dichiarare quanto non è lecito fare. Comunque, aldilà di ogni osservanza o trasgressione, il malato, o chi si voglia, gioca la sua vita nel fare come Gesù, che si prende cura del fratello più debole. L'azione di Gesù è "curare e guarire" l'uomo, in modo che diventi sano, capace di "camminare" nella legge del Signore. La cornice è la festa, il Sabato: la pienezza di vita di cui è priva l'umanità che sta ai bordi della piscina, volontariamente o costretta. Il cristiano umilmente si riconosce in questo uomo malato e crede che la sua salvezza viene dal Figlio dell'uomo, agnello del sacrificio, che dà la vita a chi ascolta la sua parola.