Omelia (02-04-2006) |
padre Romeo Ballan |
Rispondere a chi vuole "vedere Gesù" Riflessioni Nell'imminenza di quella Pasqua così speciale per Gesù, l'arrivo a Gerusalemme di alcuni pellegrini greci (Vangelo) ha l'effetto di un'esplosione luminosa sul mistero che si avvicina. Erano persone di lingua e cultura ellenica, convertiti o simpatizzanti con il giudaismo. Erano le primizie dei popoli pagani, chiamati anch'essi a mettersi in cammino verso Gerusalemme, per imparare le vie del Signore, come aveva predetto il profeta (Is 2,3). Quei pellegrini manifestano un desiderio che ha un vasto significato missionario: "Vogliamo vedere Gesù" (v. 21). La domanda va ben oltre la curiosità di conoscere la star di turno. Essi vengono da lontano, appartengono ad un altro popolo, il viaggio è stato certamente faticoso e oneroso, si sono messi in viaggio per motivi spirituali... Ora vogliono vedere Gesù: non per un saluto fugace, ma per conoscerne l'identità profonda, coglierne il messaggio di vita. C'è un altro dettaglio missionario: per arrivare da Gesù, essi cercano intermediari della loro cultura, Filippo ed Andrea, gli unici tra gli apostoli ad avere nomi greci. Gesù coglie la densità e l'importanza di quel momento: la sua ora, l'ora di essere glorificato (v. 23), l'ora dell'offerta della sua vita, l'ora di essere elevato da terra per attirare tutti a sé (v. 32), perché tutti i popoli arrivino alla vita in pienezza. La vita vera, che consiste nel conoscere -cioè amare, aderire, contemplare- l'unico vero Dio e colui che Egli ha mandato, Gesù Cristo (cfr Gv 17,3). Non basta, però, una teoria qualunque su Gesù, ma la comprensione amorosa del mistero del chicco di grano, che muore per dar molto frutto (v. 24). È un dato biografico di Gesù: il chicco che muore per dar vita è Gesù stesso. Egli sta parlando di sé e mostra l'unico cammino che porta alla vita: cammino che passa attraverso la morte. (*) Il momento culminante del chicco che muore è descritto con passione nella lettera agli Ebrei (II lettura): per la morte accettata per amore, Gesù diventa causa efficace ed esemplare di salvezza "per tutti coloro che gli obbediscono" (v. 9). In tal modo, nel sacrificio pasquale di Cristo e nell'effusione dello Spirito Santo, si realizza l'alleanza nuova (I lettura): è superata l'antica alleanza, basata sulle pietre della Legge, e si apre lo spazio alla nuova, radicata nel cuore e nella vita (v. 33) delle persone che si lasciano condurre dallo Spirito. Quei pellegrini greci che chiedono di vedere Gesù assumono per noi un valore emblematico: rappresentano le persone e i popoli che aspirano ad un cambio di vita, che cercano Dio con cuore sincero. Alcune volte tale desiderio è esplicito, molte altre è un desiderio muto, indescrivibile, spesso confuso e contraddittorio, ma è sempre un desiderio che nasce dal profondo della vita. Sono veri SOS. Più che le parole, spesso parlano i gesti, le situazioni, le sofferenze, le tragedie, i silenzi... Chi darà risposta a tante attese? Occorre gente disponibile; la risposta missionaria è affidata a uomini e donne di ogni tempo, che siamo i cristiani. Una risposta che deve partire dalla conoscenza e conversione al Signore Gesù. I cristiani, i missionari devono aver 'visto' il Signore, averne una conoscenza intima; devono poter affermare, come gli apostoli dopo la risurrezione: "Abbiamo visto il Signore!" (Gv 20,25). "L'apostolo è un inviato, ma, prima ancora, un 'esperto' di Gesù" (Benedetto XVI). E quindi lo può annunciare. La comunicazione missionaria dell'esperienza cristiana prende forme diverse, secondo i tempi e le persone, la creatività e le tecnologie. Guardando il calendario dei santi evangelizzatori di questa settimana (vedi sotto), troviamo modelli e stili diversi di annunciare il Vangelo: S. Francesco di Paola, S. Vincenzo Ferrer, S. Francesco Saverio... Oggi si usano anche tecniche nuove. In Corea del Sud, per esempio, la missione corre anche via SMS: arrivano sul telefonino di molte persone non cristiane, versetti del Vangelo, pensieri spirituali, notizie riguardanti la Chiesa... Quando il fuoco della missione arde nel cuore, si cercano strade nuove per dare una risposta a quanti vogliono vedere Gesù. Parola del Papa (*) "Gesù è il chicco di grano che muore. Dal chicco di grano morto comincia la grande moltiplicazione del pane che dura fino alla fine del mondo: egli è il pane di vita capace di sfamare in misura sovrabbondante l'umanità intera e di donarle il nutrimento vitale: il Verbo eterno di Dio, che è diventato carne e anche pane, per noi, attraverso la croce e la risurrezione". Card. Joseph Ratzinger Via Crucis al Colosseo, Roma, Venerdì Santo 25.3.2005 Sui passi dei Missionari - 2/4: S. Francesco di Paola (1416-1507), famoso per la predicazione e la vita di penitenza, fondatore dell'Ordine dei Minimi. Pio XII lo dichiarò patrono della gente di mare. - 2/4: Beati Diego Luigi di San Vitores, sacerdote gesuita, e Pietro Calungsod, catechista, martirizzati (+1672) nell'isola di Guam (Oceania). - 2/4: B. Maria di S. Giuseppe (Laura) Alvarado, si dedicò agli orfani, anziani e poveri; morì (+1967) a Maracaibo, in Venezuela. - 2/4: I Anniversario della morte del Servo di Dio il Papa Giovanni Paolo II (1920-2005). - 4/4: S. Isidoro (ca. 570-636), vescovo di Siviglia e dottore della Chiesa, ingegnoso nelle scienze e nell'organizzazione, riconosciuto come l'ultimo Padre della Chiesa latina. - 4/4: S. Benedetto Massarari, detto il Nero (Sicilia, 1526-1589), religioso francescano, il primo africano nero ad essere canonizzato (1743). - 5/4: S. Vincenzo Ferrer (1350-1419), sacerdote domenicano spagnolo, uno dei più grandi predicatori e missionari itineranti nell'Europa occidentale. - 7/4: S. Giovanni Battista della Salle (1651-1719), educatore, fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane; Pio XII (1950) lo proclamò speciale patrono di tutti i maestri. - 7/4: Giornata Mondiale della Salute, organizzata dall'ONU-OMS. - 7/4: V° centenario della nascita di San Francesco Saverio (1506-1552), patrono delle missioni. |