Omelia (09-04-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Come vivere questa Parola? È uno dei più noti "detti" di Gesù. In esso è contenuta senz'altro la sintesi del Vangelo, l'essenza del cristianesimo. Se tuttavia proviamo a guardare al contesto in cui si trova inserita, la frase di Gesù, come del resto accade spesso nel Vangelo di Giovanni, a prima vista appare fuori contesto, fuori luogo. Con quelle parole infatti il Maestro risponde ad "alcuni Greci" (v.20) che avevano chiesto di "vedere Gesù" (v.21). Cosa c'entra dunque questa risposta con quella domanda? Il desiderio di quei Greci è di stare con Gesù: Gesù risponde che egli ("il chicco di grano"), se non muore, non può stare con nessuno ("rimane solo"). Quanto desiderio di comunione (di non voler rimanere solo!) nelle parole di Gesù! L'annuncio della morte in croce è al tempo stesso l'annuncio del mistero della comunione. Prima che degli uomini, è questo il desiderio di Dio stesso: stare in comunione con l'uomo, avere l'uomo come Sua sposa, Israele come Suo popolo (cfr. Prima Lettura di oggi: Ger. 31,33). Desiderio di Dio da sempre frustrato, non realizzato. Era necessario che il Cristo morisse (cfr. Lc. 24,26), perché la solitudine fosse vinta dalla comunione; era necessario che il Figlio dell'uomo fosse elevato sulla croce, perché attirasse tutti a sé (Gv. 12,32). È il mistero di ogni comunione, di ogni matrimonio. Oggi, giustamente, si insiste molto sul dialogo tra marito e moglie (come anche tra genitori e figli, e così via). Tuttavia, per raggiungere la comunione, il dialogo non basta. Occorre rinnegare se stessi, passare per la solitudine e l'abbandono della croce (cfr. Mc 15,34). Perché? Perché solo nell' "abbandono" c'è il "dono di sé" all'altro! Oggi rientrerò in me stesso e farò mio il desiderio di Dio: concludere un'alleanza nuova (cfr. Ger. 31,31), realizzare una comunione piena, con Dio e con le persone che amo. Guarderò quindi a tutto ciò che impedisce quella comunione: ai luoghi in cui mi sento solo, ai motivi di contrasto. Li riconoscerò come i luoghi privilegiati in cui realizzare la comunione piena, attraverso l'obbedienza (cfr. Gv. 12,27-28), attraverso il dono di me gratuito e incondizionato. Potrò verbalizzare anche solo ripetendo il versetto del Vangelo sul quale oggi ci siamo soffermati: "Se il chicco di grano...". |