Omelia (29-03-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Is 49,15

Dalla Parola del giorno
Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.

Come vivere questa Parola?
Si parla sempre di Dio "Padre", ma non mancano nella Bibbia espressioni che autorizzano a considerarlo anche "Madre". Sì, espressioni di una tenerezza che ha riscontro quasi esclusivamente nel "femminile". Osea ce lo presenta amorosamente chino sul bimbo per imboccarlo, o mentre gli insegna a camminare o quando se lo porta affettuosamente alla guancia... Qui, Isaia usa espressioni ancora più "materne": Dio si paragona alla donna che custodisce per nove mesi il piccolo nel suo grembo, così che tra i due viene a stringersi un vincolo "viscerale" che nulla potrà mai allentare. Ecco: ognuno di noi è raggiunto così dal suo Dio! Un amore tenerissimo capace di comprendere e chinarsi sulle nostre debolezze, e, al tempo stesso, un amore forte, esigente che non si rassegna a vederci svendere con facilità la nostra dignità di figli. Sì, Dio ci ha sognati "grandi" e non cessa di additarci questa meta, di sollecitarci a raggiungerla, ma resta pur sempre pronto a riaccoglierci dopo ogni caduta. Anzi, nel suo immenso amore, volge anche gli errori a nostro vantaggio, trasformandoli in trampolino di lancio. "Felix culpa" cantiamo nel preconio pasquale. Felice perché "là dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia", ci dice Paolo. Felice, perché in essa si è rivelato il volto materno di Dio.

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi immergerò in Dio, contemplandone il volto maternamente paterno. Sosterò lì, in silenzio, lasciando che sia il suo amore a parlarmi.

Mio Dio, quanta durezza rivela il mio cuore nell'incapacità di stupirsi e di gioire del tuo amore! Rimuovi, Signore, questa crosta di indifferenza. Scuoti il mio torpore. Apri il mio orecchio perché torni a percepire in me la voce dello Spirito che grida:"Abbà-maternamente Padre".

La voce di un Padre della Chiesa
Con la sua misteriosa divinità Dio è Padre. Ma la sua tenerezza per noi lo fa diventare madre.
Clemente Alessandrino