Omelia (06-04-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.

Come vivere questa Parola?
Perché credere in Gesù? Perché attribuire a Lui la gloria? Perché adorarlo come Dio e invocare da Lui la salvezza?
Di fronte a queste domande, decisive per ogni uomo, non esiste nessuna rigorosa prova dell'esistenza di Dio; non c'è nulla da dimostrare; il mistero di Gesù semplicemente si mostra, si lascia soltanto intravedere in alcuni luoghi privilegiati di testimonianza. Gesù stesso, nel Vangelo di oggi, indica questi luoghi di testimonianza
della sua divinità.
Innanzitutto la Scrittura, che in ogni sua Parola non è altro che l'annuncio dell'unica storia, dell'unica persona, dell'unico volto di Gesù.
In secondo luogo il Padre, che da sempre con il Suo Spirito abita le profondità del nostro cuore e da quelle profondità con gemiti inesprimibili in eterno sussurra l'unico nome: Gesù.
Infine le opere, ossia il creato stesso, la cui bellezza non cessa di rimandare al suo Fattore; le opere, ovvero anche gli accadimenti stessi della nostra storia personale, eventi di liberazione e di vocazione a diventare figli di Dio.

Quale di queste forme di testimonianza ha fatto sorgere ed alimenta in me la fede in Gesù mio Signore? Oggi, ripercorrendo la mia vita, mi impegnerò a rispondere a questa domanda e a fare MEMORIA delle testimonianze ricevute, perché non mi accada come al popolo di Israele nel deserto ("Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi": cfr. Salmo Responsoriale del giorno).