Omelia (08-04-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Abbattiamo l'albero nel suo rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più ricordato. Come vivere questa Parola? Qual è questo albero che gli uomini vogliono abbattere? È l'albero della vita che viene strappato, il corpo stesso di Cristo che viene spezzato. Gli uomini volevano cancellare il nome di Gesù, eliminare il ricordo della Sua persona dalla terra dei viventi. Ma per far questo, dovettero innalzare il Figlio dell'uomo sulla croce, inchiodare la sua carne a quel legno che, piantato tra cielo e terra, sarebbe diventato il nuovo germoglio spuntato dal tronco di Iesse. Per questo la liturgia, nella notte di Pasqua, di Gesù canta: "con la morte calpesta la morte". Quell'albero, proprio perché abbattuto, è venuto ad essere il cuore della storia degli uomini, fonte di vita eterna, primavera senza fine dell'amore che non muore. Il nome di Gesù, anziché essere cancellato, verrà così portato al cuore di ogni uomo ("ri-cordato"!), in ogni tempo e in ogni luogo, e diverrà quel nome che è al di sopra di ogni altro nome, al cui cospetto ogni ginocchio si piegherà, nei cieli, sulla terra e sotto terra (cfr. Fil 2,9-10). Oggi chiederò al Signore di rendere forti le mie ginocchia vacillanti, di darmi ginocchia robuste, capaci di rimanere a lungo piegate ad adorare quel Nome e a proclamare che Gesù Cristo è il Signore (cfr. Fil 2,11). Posso verbalizzare con le parole che san Francesco ripeteva di fronte ad ogni crocifisso che incontrava lungo la via: "Signore Gesù, noi ti adoriamo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo". |