Omelia (14-04-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
I Giudei portarono pietre per lapidare Gesù. Egli disse loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio: per quali di esse mi volete lapidare?". Gli risposero: "Non ti lapidiamo per un'opera buona ma per la bestemmia e perché tu che sei uomo ti fai Dio" (...) Gesù disse: "Anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io sono nel Padre".

Come vivere questa Parola?
Da parte dei Giudei sempre più s'arroventa l'odio attorno al Signore. La loro è cecità del non voler credere a Gesù come a Figlio di Dio. Cecità a proposito della sua persona e a proposito delle sue opere.
Ciò che conta è questo: un'attenzione vitale a quello che Gesù è e a tutto l'amore che Egli esprime nelle parole e nelle opere: atti di bontà, di guarigione, di misericordia, e il suo dare la vita.
"Non c'è amore più grande che dare la vita per i propri amici" (Gv. 15,13). Lo afferma. E subito dopo lo realizza. Entrare in questa consapevolezza è la qualità di una fede che, nell'approssimarsi a questa Pasqua dell'anno giubilare, mi inoltra nel mistero dell'incandescente Trinità.
L'esercizio di oggi non è solo d'impegnarsi a sapere con la mente ma di conoscere col cuore che, essendo il Padre con Gesù e Gesù col Padre, se invoco lo Spirito Santo-Amore, vengo anch'io coinvolto in una conoscenza vitale e sapienziale dentro questa Presenza che è il fondo dell'essere, il senso della mia vita, la destinazione di gioia che mi attende.

Mi ci vuole qualche tempo di silenzio esteriore e interiore. Posso verbalizzare, ripetendo un versetto del Salmo responsoriale: "Ti amo, Signore, mia forza". Fa' che io conosca nel cuore il senso del tuo amarmi fino alla morte di croce per me e per tutti.

La parola di un dottore della Chiesa
Solo con il cuore arrivi a conoscere Dio.
S. Agostino