Omelia (20-04-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Prima della festa di Pasqua, sapendo Gesù che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi li amò sino alla fine. Come vivere questa Parola? Con queste parole l'evangelista c'introduce nel mistero pasquale come attraverso un portale d'intensa solennità e bellezza. Due sono i pilastri. Il primo è la consapevolezza di Gesù che "l'ora sua", quella per cui è venuto al mondo e incontro alla quale ha mosso lucidamente tutti i suoi passi, è scoccata; è l'ora di glorificare il Padre dando la vita perché chi accetta di credere in lui sia salvo. Il secondo pilastro riguarda la misura dell'amore che, in Gesù, è quella di essere senza misura. Ci ama infatti fino all'estremo limite. Oltre non si può andare! E' l'infinito del finito, se così si può dire. Perché è il consegnarsi alla morte da parte dell'uomo-Dio, con tutta la sensibilità dell'uomo intensificata dall'amore infinito del suo essere Dio. E tutto ciò, con l'istituzione dell'Eucaristia, diventa MEMORIALE che nutre d'infinito ogni giorno, se voglio, la mia fame più profonda. Oggi più che mai coltiverò in cuore la dimensione contemplativa per accogliere quanto più posso questo mistero d'amore tutto donato. Quello che più importa non è sforzarmi di elaborare bei pensieri, ma accettare che l'amore di Gesù mi purifichi, accettare che mi perdoni, accettare che mi santifichi e renda bella la mia vita. Accogliere, accettare, essere grato e lieto: questo il Signore aspetta da me nel suo Giovedì Santo. La Parola di un antico Padre Vigila sul corso della tua vita, fratello, e accogli nel tuo cuore la Passione del Signore che è tabernacolo spirituale, rifugio della giustizia, custodia dove fermenta il desiderio delle buone opere. Giovanni di Apamea, V secolo |