Omelia (02-04-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Come vivere questa Parola? Questo notissimo passo del Vangelo di Giovanni non intende certo ridurre la vita cristiana ad una continua defatigante e volontaristica macerazione esistenziale, come è stato interpretato da alcune correnti misticheggianti del secolo scorso. La direzione è ben altra. Nella figura del seme – sembra voler sottolineare Gesù, che ben conosceva i ritmi della campagna, i tempi del grano e la sua "gestazione-germinazione" nel cuore della terra, - dobbiamo saper vedere il cammino "segreto e nascosto" del Vangelo. Dobbiamo cioè imparare a cogliere il senso di quei tornanti della storia segnati dall'evangelico morire a tutto ciò che non è Dio e il suo Regno. Ossia, cogliere il tempo in cui Dio prepara la stagione dei frutti. Ciò è possibile ad una condizione: credere che, come il grano sepolto nel cuore della terra non andrà perduto, così i giorni in cui la Parola di Dio sembra inefficace e improduttiva non sono tempi di sterilità. Chi vive in Cristo infatti non vive mai tempi inutili né tantomeno una morte senza senso. Muovendoci decisamente verso la Pasqua, questa immagine del Vangelo ci invita dunque a saper valorizzare i tempi lunghi e faticosi in cui la Parola di Dio seminata resta sepolta, "invisibile", apparentemente "improduttiva". Chiediamo dunque al Signore, oggi, nel nostro rientro al cuore, di fuggire l'impazienza di chi non sa attendere e "adorare" la sua azione sotterranea e sprofonda nella terra arida della sfiducia. Affido totalmente a Te, o Signore, i tempi della germinazione e della mietitura della tua Parola nella mia vita. Nei giorni facili e in quelli difficili, quando all'ombra della croce percepiamo tutto il peso della nostra umanità che non vuole morire, pur sapendo che la morte e già in sé, per la fede, caparra di risurrezione. La voce di un martire del nostro tempo Il vantaggio di noi cristiani nel credere in un Dio inerme, in un Dio che si fa agnello e si lascia colpire per uccidere in sé l'orgoglio e l'odio, in un Dio che attira con l'amore e non domina con il potere, è un vantaggio da non perdere. È un "vantaggio" che può sembrare "svantaggioso" e perdente e lo è, agli occhi del mondo, ma è vittorioso agli occhi di Dio e capace di conquistare il cuore del mondo. Don Andrea Santoro |